Anatomia dell’apparato digerente. Quali funzioni fondamentali svolge l’apparato digerente? Scopri assieme a me elementi di anatomia utili nel percorso di studi di Scienze Erboristiche.
Indice
Anatomia dell’apparato digerente – Introduzione
L’apparato digerente è costituito soprattutto da organi cavi che, in comunicazione tra loro, formano il canale digerente. Il canale digerente parte dalla bocca e termina con l’ano.
Gli organi pieni dell’apparato digerente sono le ghiandole salivari che si trovano nella bocca, il fegato e il pancreas.
Un mini-video per iniziare a comprendere quali funzioni fondamentali svolge l’apparato digerente
Per avere un primo impatto visivo su come è costituito l’apparato digerente puoi guardare questo video di una manciata di minuti, può aiutare a comprendere i seguenti appunti di anatomia per scienze farmaceutiche.
E’ un video selezionato dai molti presenti sul web che danno una prima visione 3D dell’apparato digerente. Gli appunti entrano nel dettaglio del programma previsto dal corso di laurea in scienze farmaceutiche.
Le 6 funzioni fondamentali dell’apparato digerente
A dire il vero le funzioni dell’apparato digerente sono davvero numerose, cambiano a seconda del singolo organo che prendiamo in considerazione ed è alquanto difficile racchiuderle in un elenco, tuttavia di seguito inserisco le funzioni più importanti.
Le 6 funzioni basilari dell’apparato digerente sono:
- Ingestione di alimenti, protagonista di questa funzione è la bocca
- Secrezione, compito svolto dalle ghiandole salivari. Le ghiandole salivari producono saliva che ha funzione digestiva e rende gli alimenti più pastosi ed idonei ad essere ingeriti.
- Mescolamento degli alimenti ad opera dei denti e della lingua. La secrezione e il mescolamento trasformano il cibo in bolo.
- Digestione o, quando necessario, frazionamento degli elementi che compongono il bolo (cibo trasformato a livello della bocca) in molecole assorbibili dal nostro organismo. Questo passaggio avviene nello stomaco. Lo stomaco digerisce il bolo alimentare e lo trasforma in chimo.
- Assorbimento delle molecole nella circolazione sanguigna e linfatica.
Le molecole che per il nostro organismo sono nutrienti sono assorbite grazie alla presenza delle cellule delle mucose intestinali. I nutrienti vengono trasportati in tutto l’organismo grazie alla circolazione sanguigna e linfatica - Espulsione dei “rifiuti” all’esterno dell’organismo umano.
L’intestino crasso ha il compito di assorbire nutrienti e acqua.
Il retto ha la funzione di espellere le feci.
Quali funzioni fondamentali svolge l’apparato digerente a livello della cavità orale?
La cavità orale è il punto di inizio del canale digerente. Possiamo immaginare la bocca come la “porta” della cavità orale.
Le funzioni specifiche della cavità orale sono:
- Assunzione degli alimenti
- Percezione gustativa del cibo. A livello della bocca avviene una vera e propria analisi sensoriale del cibo. Tale compito è svolto dalle papille gustative che si trovano, principalmente, nella lingua.
- Digestione meccanica degli alimenti. Il cibo viene sminuzzato e amalgamato durante la masticazione grazie al lavoro di denti, lingua e palato.
- Ammorbidimento e lubrificazione degli alimenti. Secrezioni mucose e salivari permettono la reidratazione del cibo.
- Digestione chimica dei carboidrati ad opera dell’amilasi salivare. Da questo processo nasce il bolo che verrà spinto, grazie ai movimenti della lingua, in direzione dell’istmo delle fauci e della faringe.
La bocca analisi anatomica
La bocca è un organo composto da una porzione interna ed una porzione esterna.
La porzione esterna della bocca include il vestibolo della bocca: si tratta di cavità che confina anteriormente , tramite la rima buccale, con l’esterno del nostro corpo. La parte esterna è formata dalle labbra e dalle guance mentre la parte interna è costituita dalle due arcate di denti e gengive.
Verso l’interno è presente la cavità boccale propriamente detta.
Il lato anteriore della cavità orale propriamente detta è delimitata dalla faccia posteriore delle arcate dentarie e dalle gengive.
Superiormente la cavità orale propriamente detta confina con il palato, inferiormente confina con il pavimento della cavità orale, parte dell’osso mascellare su cui poggia la lingua.
Percezione gustativa, i fondamenti per comprenderne il funzionamento
I recettori del gusto, strutturati in papille gustative, hanno il compito di percepire il gusto. I recettori del gusto si trovano principalmente sulla lingua, ma sono anche sulle guance e sul palato.
I gusti possono essere raggruppati in sei grandi categorie:
- Dolce Il sapore dolce viene riconosciuto grazie alla presenza di saccarosio o altre sostanze come i dolcificanti (i dolcificanti sono spesso costituiti da amminoacidi)
- Amaro Il gusto amaro viene riconosciuto grazie alla presenza di chinino e di amminoacidi.
L’amaro è associato anche a sostanze velenose, i recettori del gusto amaro si trovano soprattutto sul fondo della lingua, tale localizzazione è perfetta per stimolare il vomito in modo da facilitare l’espulsione di tali sostanze - Salato I recettori recepiscono la presenza di ioni sodio e potassio (NaCl cloruro si sodio, KCl cloruro di potassio)
- Acido L’acido viene riconosciuto in base alla presenza di ioni H+ (si vedano le basi di chimica per comprenderne a pieno le motivazioni)
- Grasso anche questo sapore fondamentale è riconosciuto dai nostri recettori del gusto
- Umami il prototipo di tale sapore è il glutammato (amminoacido)
La lingua, organo basilare per comprendere quali funzioni fondamentali svolge l’apparato digerente
La lingua è un organo importante per il nostro rapporto con il cibo e con la parola.
La lingua è un organo impari, è un muscolo-mucoso formato da muscolatura striata. Si tratta di un organo volontario controllato dal sistema nervoso somatico. Questo organo fondamentale per gustare il cibo e per parlare è ricoperto da tonaca mucosa dove sono immersi i corpi cellulari delle papille gustative
Le tre porzioni principali che compongono la lingua sono:
- Radice, è la parte fissa della lingua. La radice è ancorata alla base all’osso ioide, alla mandibola e al processo stiloideo dell’osso temporale della mandibola.
- Corpo, è la parte centrale della lingua ed è libera. La parte superiore del corpo della lingua è suddivisa dal solco mediano. Il solco mediano divide la lingua in due parti simmetriche, una metà destra ed una metà sinistra. La parte inferiore della lingua è caratterizzata dal frenulo della lingua che la tiene ancora al pavimento orale.
- Apice ovvero la punta della lingua. Come il corpo della lingua anche l’apice è mobile. E’ arrotondato ed è il protagonista dell’assaggio dei cibi.
Le ghiandole salivari
Le ghiandole salivari sono ghiandole esocrine. Per ghiandole esocrine si intendono ghiandole che rilasciano il loro secreto sulla cute o sul rivestimento di specifici organi. Le ghiandole salivare secernono saliva, la saliva è fondamentale per la digestione.
Le ghiandole salivari si distinguono, principalmente, in due grandi categorie:
- ghiandole salivari minori
Sono ghiandole salivari piccole, sono numerose, non possiamo quantificarle in modo preciso. Secernono siero e muco. - ghiandole salivari maggiori
Si tratta di organi pari, sono due per ogni tipo di ghiandola salivare maggiore (una è collocata nella parte destra ed una nella parte sinistra di un organo). Le ghiandole salivari maggiori sono voluminose e sono localizzate al di fuori della cavità orale. Il loro secreto, tuttavia, viene riversato nella cavità orale tramite dotti escretori.
Le ghiandole salivari maggiori
Le ghiandole salivari maggiori, organi pari, sono le seguenti:
- Parotidi, queste ghiandole salivari maggiori sono localizzate sotto (fuori dalla cavità orale) sotto il condotto uditivo esterno. Il dotto escretore delle parotidi è lungo circa 5/7 centimetri Attraversa il muscolo buccinatore e arriva dove è posizionato il secondo molare superiore.
Le ghiandole salivari parotidi producono un secreto serioso caratterizzato dalla presenza di elettroliti ed enzimi.
Il principale enzima presente è l’amilasi. L’amilasi è un enzima che degrada gli zuccheri, a livello della bocca inizia la digestione degli zuccheri complessi, si scindono i legami alfa 1-4 glicosidici.
Esempio di infiammazione delle ghiandole parotidi: gli “orecchioni” sono un’infiammazione delle ghiandole parotidi e dei linfonodi.
- Sottolinguali, sono altre ghiandole salivari maggiori. Sono localizzate nelle sottomucose del pavimento della bocca.
Le ghiandole salivari maggiori sottolinguali sono caratterizzate dall’avere numerosi dotti escretori (in numero variabile da 15 a 30) lunghi circa 1 centimetro. I dotti delle ghiandole sottolinguali si aprono ai due lati del frenulo linguale. Le ghiandole sottolinguali hanno una secrezione mista: sierosa e mucosa.
- Sottomandibolari, queste ghiandole salivari maggiori sono localizzate sul pavimento della bocca. Dispongono di un unico dotto escretore che si trova alla base del frenulo della lingua dietro ai denti. La secrezione delle ghiandole sottomandibolari è perlopiù mucosa, si tratta di una secrezione molto densa e ricca di muco.
Il secreto prodotto dalle ghiandole salivari, parte attiva delle funzioni base dell’apparato digerente
Le ghiandole salivari, nel loro insieme, producono in media circa 1 litro e mezzo di secreto.
La saliva ha il compito di lubrificare la bocca. Il muco prodotti dalle ghiandole salivari ha un ph neutro che bilancia il ph acido dello stomaco, soprattutto in caso di emesi (tendenza al vomito). Il muco viene utilizzato anche come solvente di sostanze presenti nel cibo.
La saliva contiene lisozima, immunoglobuline, DNAsi e RNAsi.
La lisozima è importante nella lotta che il nostro corpo compie contro i batteri. Si tratta di enzimi specifici che degradano la membrana plasmatica dei batteri in grado di infettare il nostro organismo.
Le immunoglobuline sono anticorpi che attaccano tutto ciò che è estraneo al nostro corpo.
DNAsi e RNAsi sono enzimi che degradano selettivamente gli acidi nucleici DNA e RNA.
La produzione di secreto da parte delle ghiandole salivari è controllata dal sistema nervoso autonomo. La Branca simpatica usa noradrenalina (eccitatoria) come neurotrasmettitore. Viene inibita la produzione di saliva di tipo sieroso, mentre viene lasciata inalterata l’attività delle ghiandole sottomandibolari che secernono muco. Ad esempio, se siamo sotto stress, avremo la bocca impastata perché il sistema nervoso inibisce la produzione di saliva.
La Branca parasimpatica utilizza il neurotrasmettitore acetilcolina. L’acetilcolina è un neurotrasmettitore che può eccitare o inibire la secrezione a seconda del tipo di enzima con cui si lega. Stimola soprattutto la produzione di saliva con le importanti funzioni viste nei paragrafi precedenti.
I denti – parte dell’apparato digerente
I denti sono organi collocati a livello della bocca, sono duri e di color biancastro.
I denti, principalmente, svolgono due funzioni:
- servono a masticare il cibo, ci permettono di tritare e lacerare il sito
- svolgono un ruolo importante nella fonetica, assieme alla lingua aiutano la formulazione dei suoni e delle parole
Struttura del dente
Ogni sente è composto da tre porzioni:
- corolla
- colletto
- radice
La corona è la parte più visibile del dente, è la porzione che mostriamo quando sorridiamo. E’ ricoperta dallo smalto, lo smalto è un particolare tipo di tessuto osseo costituito da cellule specializzate.
Il colletto si trova nella parte intermedia tra corona e radice e poggia sulla radice, forma un tessuto di transizione.
La radice è la parte del dente, non visibile, che si inserisce nell’alveolo dentale. Per alveolo dentale si intente la cavità ossea in cui è inserita la radice.
Classificazione dei denti
I denti si possono classificare in base al tipo di corona e in base al numero di radici.
Classificazione dei denti in base alla corona
I denti possono essere di diversi tipi e prendono il nome in base alla forma anatomica della corona. Nell’uomo esistono 4 tipi di denti:
- Incisivi
Nel caso dei denti incisivi, la corona è piatta, servono a tagliare il cibo. Gli incisivi sono posizionati nella parte anteriore della corolla. - Canini
La corolla termina a punta. La funzione dei canini è quella di lacerare il cibo. - Premolari
La corolla è appiattita ed è composta da 2 cuspidi smussate. I premolari hanno la funzione di schiacciare. - Molari
I molari possiedono una corona con 4 cuspidi smussate e hanno la funzione di triturare.
Classificazione dei denti in base al numero di radici
Anatomicamente, i denti possono essere suddivisi anche in base al numero di radici che emettono.
I denti nell’essere umano emettono 1, 2 o 3 radici. Gli incisivi e i canini emettono una radice. I premolari emettono due radici e i molari emettono 3 radici. Il numero di radici varia in base alla dimensione del dente, maggiore è la superficie del dente, maggiore è il numero delle radici.
Le 5 facce del dente
Il dente è diviso in facce:
- Esterna
- Interna
- Triturante
- Mesiale
- Distale
La faccia esterna viene definita anche faccia vestibolare. La faccia esterna dei denti è volta verso il vestibolo (apertura) della bocca.
La faccia interna guarda la lingua.
La faccia triturante è definita anche occlusale. E’ la faccia che caratterizza la forma della corona stabilendone anche la funzione. Ad esempio nei canini prende la forma di una cuspide appuntita perchè è la faccia incaricata di lacerare il cibo. La faccia triturante degli incisivi si distingue per il suo margine tagliente dato che la sua funzione è tagliare il cibo.
La faccia mesiale è la faccia laterale del dente più vicina al piano mesiale. Si tratta della faccia laterale del dente rivolta più lontano dall’ultimo molare.
La faccia distale è la faccia laterale del dente più vicina al piano distale. Si tratta della faccia rivolta lontano rispetto al primo incisivo.
I tessuti dei denti
Ciascun dente, nella sua porzione di corona, colletto e radice, è rivestito da tessuti. Vediamo nel dettaglio i tessuti caratteristici di ogni porzione del dente.
La corona è ricoperta di smalto. Lo smalto è un tessuto osseo molto resistente. E’ formato da una sostanza calcificata e da una matrice organica prodotta da cellule specializzata di origine epiteliale.
Al di sotto dello smalto è posizionata la dentina che riveste tutto il dente.
La dentina riveste la camera pulpare, ovvero la parte più interna del dente che contiene la polpa dentale. La dentina è un tessuto connettivo formato da odontoblasti. Gli odontoblasti una volta specializzati diventano odontociti.
La polpa dentale è costituita da tessuto connettivo riccamente vascolarizzato e innervato. La polpa dentale contiene vasi sanguigni che irrorano il dente e terminazioni nervose. La polpa dentale comunica con l’esterno del dente attraverso le radici. La comunicazione è permessa dalla presenza di un forame per ogni radice. Si tratta della parte più sensibile e vitale del dente, se viene intaccata porta alla morte del dente che deve essere devitalizzato.
Anche la radice è ricoperta da un tessuto osseo, ma non è lo smalto. La radice è ricoperta di cemento. Si tratta di tessuto osseo costituite da cementociti (cellule specializzate) organizzati in uno strato più sottile dello smalto.
Dentizione
Ogni individuo ha due tipi di dentizione:
- dentizione decidua (popolarmente conosciuta come da latte)
- dentizione permanente (definitiva)
La dentizione decidua si sviluppa a partire dal sesto mese di vita e si completa al 30simo mese di vita (2 anni e mezzo). La dentizione decidua è formata da un totale di 20 denti, per ogni emiarcata sono presenti 2 incisivi, 1 canino e 2 molari.
La dentizione permanente costituisce la dentatura dell’adulto. A partire dai 6 anni sostituisce la permanente. La dentizione permanente si completa attorno ai 21 anni con la comparsa degli ultimi molari, definiti denti del giudizio.
I denti del giudizio sono sempre meno presenti nella popolazione adulta, a causa dell’evoluzione dell’uomo. Devi pensare, infatti, che prima gli individui per potersi procurare del cibo, dovevano rompere con i denti anche scorze molto dure, basta pensare ai gusci delle noci. Oggi l’alimentazione è molto diversa, fatta da cibi più semplici da masticare. Sempre meno individui adulti possiedono il terzo e ultimo molare.
La dentizione permanente è formata da 32 denti, 8 per ogni emiarcata.
Ogni emiarcata possiede: 2 incisivi, 1 canino, 2 premolari, 3 molari (incluso il terzo molare chiamato anche dente del giudizio).
Il cibo dalla bocca allo stomaco
Le strutture presenti a livello della bocca iniziano il lavoro della digestione. Il cibo viene ridotto di dimensioni e impastato assieme alla saliva formando il bolo.
Una volta che è stato formato il bolo, inizia il processo di deglutizione. Il bolo viene immesso prima nella faringe e poi inviato all’esofago che avrà il compito di condurlo fino allo stomaco.
La Faringe
La faringe è il secondo tratto dell’apparato digerente.
La faringe è un organo cavo e appartiene sia all’apparato digerente che all’apparato respiratorio.
La faringe è suddivisa in tre porzioni:
- Rinofaringe
- Orofaringe
- Larinofaringe
La rinofaringe è la porzione più alta della faringe e fa parte dell’apparato respiratorio.
L’orofaringe è di esclusiva appartenenza dell’apparato digerente. E’ strettamente connessa alla bocca, in particolare con l’istmo delle fauci. Il bolo dalla bocca passa all’orofaringe attraverso l’istmo delle fauci.
La laringofaringe appartiene sia all’apparato digerente che all’apparato respiratorio. E’ proprio a livello della larinofaringe che, durante l’atto della deglutizione, potrebbe esserci una interferenza tra la respirazione e la deglutizione. Se il bolo entrasse in modo scorretto nella laringofaringe, l’individuo potrebbe soffocare.
I rapporti della faringe
Come hai letto nelle righe precedente, la faringe è divisa in rinofaringe, orofaringe, laringofaringe.
Anteriormente la rinofaringe prende contatto con la cavità nasale.
L’orofaringe, anteriormente, prende rapporti con l’istmo delle fauci.
La larinofaringe, sempre anteriormente, prende rapporti con la laringe stessa.
Posteriormente tutto il tratto della faringe prende contatto con la colonna vertebrale, mentre inferiormente con l’esofago.
I tessuti che compongono la faringe
La nasofaringe (rinofaringe) è rivestita da epitelio cilindrico ciliato.
Si tratta di cellule ciliate, in continuità con l’apparato respiratorio. A livello della membrana apicale della cellula sono presenti estroflessioni che prendono il nome di cilia. Le cilia permettono movimento e permettono al muco di intrappolare polvere, batteri e virus.
L’orofaringe è rivestita da più strati di epitelio pavimentoso composto. Le cellule epiteliali non hanno più forma cilindrica, ma pavimentosa (hanno forma schiacciata e sottile, ricorda una mattonella), le cellule compongono più strati. L’epitelio orofaringeo è composto da più strati per necessità: ogni volta che il cibo passa nel tratto orofaringeo avviene uno sfregamento che rende necessario una continua sostituzione cellulare dell’epitelio.
Gli epiteli della faringe, nel loro insieme, formano la tonaca mucosa.
La muscolatura della faringe
La tonaca muscolare della faringe è costituita da due fasci muscolari:
- muscoli costrittori
- muscoli elevatori
I muscoli costrittori sono muscoli di tipo liscio, si tratta di muscoli involontari.
Si tratta di 3 muscoli: muscolo costrittore superiore, muscolo costrittore medio medio e muscolo costrittore inferiore.
Il compito dei muscoli costrittori è quello di spingere il bolo verso l’esofago, grazie ad una contrazione coordinata.
La prima fase della deglutizione è un atto volontario (siamo noi che decidiamo quando ingerire il cibo), da questo momento in poi la deglutizione continua come atto involontario.
I muscoli elevatori sono muscoli di tipo striato, sono scheletrici.
Permettono all’epiglottide di chiudersi e bloccare l’accesso alla laringe, il bolo alimentare entrerà quindi nella faringe.
Il bolo, una volta entrato correttamente nella faringe, continua il suo percorso – grazie ai muscoli costrittori e grazie alle forze di gravità – verso l’esofago.
L’esofago
L’esofago è l’organo situato in continuità con la faringe. Al termine della faringe inizia l’esofago.
L’esofago è un tubo che dona continuità al canale alimentare, infatti, mette in comunicazione la faringe con lo stomaco.
L’esofago è molto più lungo della faringe, percorre tutto il torace fino al diaframma, e poi si immette nello stomaco. Il compito dell’esofago è quello di condurre il bolo nello stomaco.
La tonaca mucosa dell’esofago
La tonaca mucosa dell’esofago (composta dai vari strati di epitelio) ha un ruolo molto importante: contiene ghiandole mucifere (secernono un secreto mucoso). Questo secreto mucoso lubrifica la parete interna dell’esofago facilitando il “viaggio” del bolo alimentare, ha il compito di ridurre al minimo lo sfregamento tra il bolo alimentare e la parete interna dell’esofago.
Altro ruolo molto importante della secrezione mucosa è quello di proteggere (stessa protezione data dalla saliva al cavo orale) l’epitelio esofageo dall’acidità di una eventuale emesi o reflusso gastroesofageo. Se il contenuto gastrico, per condizioni patologiche, torna verso l’esofago si avrebbe una componente troppo acida per la parete esofagea, proprio per contrastare questa acidità , le ghiandole dell’epitelio esofageo, secernono, la sostanza mucosa.
I 4 segmenti dell’esofago e i suoi rapporti
L’esofago è suddiviso in 4 segmenti:
- segmento cervicale
- segmento toracico
- segmento diaframmatico
- segmento addominale
Il primo tratto dell’esofago è il segmento cervicale, si trova a ridosso della faringe. Prende contatto posteriormente con le vertebre cervicali e anteriormente con gli anelli della trachea.
Il secondo segmento è il segmento toracico, è il tratto più lungo e percorre tutta la gabbia toracica. Prende contatto posteriormente con le vertebre toraciche e anteriormente con le strutture presenti a livello del torace: l’arco aortico, i bronchi, il tronco polmonare, il cuore.
Il terzo tratto dell’esofago è denominato diaframmatico. In questo tratto l’esofago entra dentro il diaframma per uscire nel tratto addominale.
Il tratto addominale dell’esofago è l’ultimo tratto, qui l’esofago entra nello stomaco.
Ad ogni tratto dell’esofago corrispondono dei restringimenti. I restringimenti si hanno per lo stretto rapporto che intercorre tra l’esofago e gli organi vicini.
I 4 restringimenti sono:
- restringimento cricoideo
- restringimento
- aortico
- restringimento bronchiale
- restringimento diaframmatico
Il restringimento cricoideo è dovuto al rapporto dell’esofago con la cartilagine cricoidea della laringe.
Il restringimento aortico si trova nel tratto toracico dell’esofago, è dovuto al rapporto tra esofago e arco aortico. L’arco aortico passa sopra all’esofago (l’aorta fuoriesce dal ventricolo e forma un arco che diventa aorta discendente).
Il restringimento bronchiale è dovuto al rapporto che l’esofago prende con il bronco principale sinistro.
L’ultimo restringimento è quello diaframmatico, questo restringimento è dato dall’ingresso dell’esofago nel diaframma. Il diaframma è attraversato dell’esofago.
La muscolatura dell’esofago
L’esofago possiede una cospicua componente muscolare.
La muscolatura, nella parte alta dell’esofago, è necessaria per dare pronta risposta all’atto volontario della deglutizione.
La muscolatura della parte bassa è necessaria per condurre il cibo sino allo stomaco.
L’esofago si contrae facendo giungere il bolo verso lo stomaco.
La componente muscolare dell’esofago è sia striata (parte della muscolatura che controlliamo), sia liscia (caratteristica dei muscoli involontari).
Istologia dell’esofago: i tessuti che compongono l’esofago, anatomia dell’apparato digerente
L’esofago è un organo cavo, caratterizzato dalla presenza delle tonache che caratterizzano questo tipo di organi.
Partendo dall’interno della cavità esofagea e andando verso l’esterno dell’esofago, si riscontra la presenza di:
- tonaca mucosa
- tonaca sottomucosa
- tonaca muscolare
- tonaca sierosa
La tonaca mucosa dell’esofago
La tonaca mucosa è la porzione più interna dell’esofago, guarda il lume dell’esofago, dove entrerà il bolo alimentare.
La tonaca mucosa è sempre composta da:
- epitelio
- lamina propria
- muscolaris mucosae
L’epitelio è di tipo pavimentoso composto (pavimentoso stratificato). Ricordi che sii tratta dello stesso epitelio presente nel tratto della larinofaringe? L’esofago, infatti, è la diretta continuazione della faringe ed in particolare della larinofaringe. La motivazione della presenza di questo tipo di epitelio nell’esofago è la stessa che ne motiva la presenza nel tratto faringeo. Si tratta di epiteli sottoposti a continuo sfregamento da parte del bolo alimentare e pertanto necessitano di una continua rinnovazione cellulare.
Le cellule epiteliali sono di forma schiacciata e sottile, ricordano le mattonelle di un pavimento e compongono più strati.
La lamina propria è composta da tessuto connettivo.
La muscolaris mucosae è formata da uno strato longitudinale di muscolatura liscia. Questo strato longitudinale di muscolatura liscia, disposti a fascetti, conferisce un aspetto a pliche alla parte interna dell’esofago. Le pliche hanno una funzione precisa: deve esserci una contrazione di tutta la parete dell’esofago svolgendo un’azione sinergica a quello della tonaca muscolare. La muscolaris mucosae aiuta la tonaca muscolare a far scendere il bolo lungo tutto il tratto dell’esofago.
La tonaca sottomucosa dell’esofago
La tonaca sottomucosa è composta da uno strato di tessuto connettivo. A livello della tonaca sottomucosa sono presenti le ghiandole che producono il muco necessario a lubrificare le pareti dell’esofago.
La tonaca muscolare dell’esofago
La porzione superiore della tonaca muscolare è costituita da muscolatura striata, mente la porzione inferiore è costituita da muscolatura liscia.
Nella parte intermedia della tonaca muscolare, i due tipi di muscolatura, convivono.
La porzione superiore composta da muscolatura striata viene attivata durante la prima fase della deglutizione.
La porzione inferiore della tonaca mucosa è costituita da muscolatura liscia. Le fibre muscolari lisce sono organizzate in due strati: uno strato interno ed uno strato esterno.
Le fibrocellule muscolari dello strato interno, che guarda il lume, sono disposte in modo circolare. Questa disposizione permette al lume dell’esofago di calibrare il suo diametro, allargandolo o restringendolo.
Le fibrocellule muscolari dello strato esterno – della porzione inferiore della tonaca mucosa – sono organizzate in maniera longitudinale. E’ una disposizione che permette all’esofago di alzarsi e di abbassarsi e quindi di compiere contrazioni muscolari definite peristalsi.
La tonaca sierosa
La tonaca sierosa è una membrana di tessuto connettivo che riveste l’esofago solo nel suo segmento addominale. La tonaca sierosa ha il ruolo di avvolgere, proteggere e ancorare l’esofago, tramite i legamenti di ancoraggio, agli organi che lo circondano. Nel caso dell’esofago la tonaca sierosa prende il nome di peritoneo.
Gli sfinteri
Altre due strutture presenti nell’esofago sono gli sfinteri:
- lo sfintere esofageo superiore
(rappresenta la porzione superiore della tonaca muscolare esofagea) composta da muscolatura striata. Lo sfintere esofageo superiore viene attivato durante la prima fase della deglutizione. - lo sfintere esofageo inferiore
(è formato dalla muscolatura diaframmatica). E’ lo sfintere incaricato di evitare il reflusso del succo gastrico, si trova in concomitanza con il restringimento diaframmatica. Questo sfintere, se sano, impedisce il reflusso del succo gastrico.
Nel restringimento dell’esofago si trova il cardias, è una valvola, che segna il confine tra l’esofago e lo stomaco.
Lo Stomaco – anatomia dell’apparato digerente
Introduzione
Lo studio dell’anatomia dell’apparato digerente prosegue con lo stomaco.
Come hai potuto leggere nei paragrafi precedenti, il cibo viene modificato a livello della bocca e a livello dello stomaco. Il cibo ingerito non subisce modificazioni né nella faringe, né nell’esofago.
Ti faccio un piccolo riassunto così che tu possa comprendere meglio il funzionamento dello stomaco.
Immaginiamo di portare alla bocca un buon morso di pizza margherita (così, tanto per fare un esempio). Hai inserito la pizza nella bocca. Ora i denti, la lingua, le ghiandole salivari compiranno la loro funzione (sminuzzano, impastano, iniziano la digestione della pizza) e la trasformeranno in bolo. All’interno della faringe e dell’esofago il bolo non subisce trasformazioni, la prossima trasformazione è a carico dello stomaco.
Lo stomaco ha la funzione di trasformare il bolo alimentare in chimo. La tua pizza margherita subirà una successione di mutazioni chimiche, enzimatiche e meccaniche che la trasformeranno in chimo.
Forma e rapporti dello stomaco
Lo stomaco è un organo cavo ed è parte del tubo digerente. Ha la forma di un sacchetto. Quando è vuoto assomiglia ad un sacchetto spinto e schiacciato verso la parete posteriore del nostro addome.
Nel momento in cui il bolo giunge nello stomaco – (il bolo è la tua pizza modificata a livello della bocca) – lo stomaco si gonfia e assume una forma che ricorda la cornamusa.
I rapporti dello stomaco
Lo stomaco prende i seguenti rapporti:
- posteriormente con il diaframma, milza, surrene e rene di sinistra
(questa parte prende il nome di fondo dello stomaco) - inferiormente lo stomaco poggia sul colon trasverso. Il colon trasverso è una parte dell’intestino crasso che si sviluppa orizzontalmente lungo l’intera cavità addominale
- anteriormente lo stomaco prende rapporto con il lobo sinistro del fegato. Il lobo sinistro del fegato si adagia sopra lo stomaco
Funzione dello stomaco e formazione del chimo
Lo stomaco svolge importanti funzioni:
- accumula temporaneamente il cibo ingerito (trasformato in bolo)
- digerisce il cibo meccanicamente
- digerisce il cibo chimicamente tramite acidi ed enzimi
- a livello dello stomaco continua la digestione dei carboidrati ed inizia la digestione delle proteine
Il bolo arriva alla fine dell’esofago e qui trova il cardias. Il cardias è una valvola che delimita l’esofago dallo stomaco.
Digestione chimica del cibo: il succo gastrico
Parte fondamentale dello studio dell’apparato digerente è la conoscenza del succo gastrico e della sua composizione.
Nel momento in cui il bolo giunge nello stomaco ha inizio la produzione di succo gastrico. Il succo gastrico è un liquido acquoso prodotto dalle cellule dello stomaco (le ghiandole gastriche).
Il succo gastrico è un liquido acquoso, principalmente composto da:
- acido cloridrico (HCL pH=2)
L’acido cloridrico, con valore di pH 2, è il responsabile dell’acidità del succo gastrico. Svolge un’azione di tipo chimico degradando alcune sostanze del bolo alimentare.
Il primo tratto dell’intestino e lo stomaco sono caratterizzati da muco. Il muco è in alcuni tratti basico ed in altri tratti neutro, ha la funzione di proteggere la mucosa gastrica. L’acidità del pH acido, senza il contrasto dato dal muco, digerirebbe anche le cellule che formano la mucosa gastrica. - enzimi di tipo proteolitico
Sono gli enzimi incaricati di iniziare la digestione delle proteine. Sono in grado di agire sul legame peptidico lisando le proteine. Gli enzimi proteolitici, principalmente la pepsina, sono endoproteasi, sono in grado di scindere solo parte dei legami della proteina, ma non sono in grado di scindere completamente la proteina. - fattore intrinseco
Si tratta di una proteina che permette l’assorbimento della vitamina B12. La vitamina B12 è una vitamina essenziale per il corretto sviluppo del sistema nervoso e per la corretta maturazione dei globuli rossi. - lipasi gastrica
Poco attiva per l’elevata acidità del succo gastrico. Il ph ottimale delle lipasi gastriche è 6 / 6,6. - ormoni
Hanno un ruolo importante nella contrazione della muscolatura liscia che riveste lo stomacoQueste sostanze modificheranno il bolo alimentare dal punto di vista chimico e enzimatico.
Digestione meccanica del cibo: la peristalsi gastrica
La digestione meccanica dello stomaco è rappresentata dalla peristalsi gastrica.
Per peristalsi si intende l’insieme di movimenti coordinati della muscolatura liscia presente a livello dello stomaco. E’ una muscolatura molto spessa.
I movimenti della muscolatura gastrica (di tipo liscio) è controllata da fattori ormonali e dai plessi nervosi sottomucoso e mioenterico. I plessi sottomucoso e mioenterico sono rami terminali del nervo vago, una innervazione che deriva dalla componente parasimpatica del sistema nervoso autonomo.
Preparazione del chimo per giungere nell’intestino
La digestione meccanica e la digestione chimica riducono le dimensioni del bolo formano il chimo.
Il chimo è un insieme di particelle di circa 5/6 millimetri di grandezza. E’ la grandezza necessaria per poter accedere nel piloro ed entrare nel duodeno, parte dell’intestino tenue.
Anatomia macroscopica dello stomaco
Di:Henry Vandyke Carter
Modifiche di Adert Pubblico dominio
Lo stomaco può essere suddiviso in 4 regioni:
- cardias è la parte dello stomaco in continuità con l’esofago. Il bolo alimentare entra dall’esofago allo stomaco dalla valvola cardias.
- fondo dello stomaco – è la parte superiore dello stomaco che assume la forma di una cupola e prende contatto con il diaframma.
- corpo dello stomaco è la parte centrale e più ampia di tutto lo stomaco. Nel corpo dello stomaco avvengono i processi digestivi, in questa sezione il bolo viene rimescolato e ridotto in chimo.
- antro e canale pilorico – è la porzione inferiore dello stomaco, la sua parte terminale. Comunica con l’intestino.
Questa sezione dello stomaco ha la funzione di produrre muco basico per abbattere l’acidità del chimo. Nell’intestino, infatti, dovrà accedere un chimo caratterizzato da pH neutro (pH incluso tra 6,5 e 6,8). Nel tratto antro e canale pilorico è presente lo sfintere pilorico (o valvola pilorica), attraverso il quale il chimo passa per entrare nel duodeno. La trasformazione del chimo che avviene a livello intestinale è possibile ad un pH basico, un pH troppo acido del chimo andrebbe a rendere inattivi e distruggere il pH degli enzimi a livello dell’intestino.
Lo stomaco è caratterizzato da 2 restringimenti:
- cardias – è la valvola superiore che delimita la porzione dell’esofago dalla porzione dello stomaco. E’ il restringimento superiore dello stomaco.
- piloro – si trova nella sezione inferiore dello stomaco e segna il confine con il duodeno. Lo sfintere pilorico regola il rilascio del chimo dallo stomaco al duodeno. E’ il restringimento inferiore dello stomaco.
Lo stomaco possiede due nervature, sono i punti in cui si appoggiano i vasi sanguigni che irrorano lo stomaco:
- piccola curvatura è la curvatura dello stomaco rivolta verso l’alto, tra il cardias e l’antro.
- grande curvatura è la curvatura rivolta verso il basso.
I mezzi di fissità dello stomaco
Per mezzi di fissità dello stomaco si intendono quei legamenti che tengono lo stomaco ancorato alle strutture circostanti dell’addome. I mezzi di fissità garantiscono allo stomaco di rimanere sempre nella sua posizione, nonostante sia un organo che effettua molti movimenti. Lo stomaco, infatti, deve contrarsi ogni volta che giunge il bolo alimentare.
In generale, i legamenti prendono origine dalla tonaca sierosa (la tonaca più esterna) che riveste gli organi. La tonaca sierosa di tutti gli organi addominali, e quindi anche dello stomaco, è il peritoneo.
Il peritoneo ha una struttura piuttosto complessa che gli permette di rivestire tutti gli organi dell’addome.
Il peritoneo si suddivide in due porzioni:
- la porzione parietale, o peritoneo parietale, è la porzione che ricopre la parete addominale interna e gli organi retroperitoneali
- la porzione viscerale, o peritoneo viscerale, è la porzione di tonaca sierosa che ricopre gli organi addominali. Il peritoneo viscerale è in continuità con il peritoneo parietale.
Il peritoneo riveste tutto lo stomaco, tranne la parte posteriore del fondo (ovvero di quel punto dello stomaco che sembra una cupola).
Dal peritoneo, abbiamo detto, prendono origine i mezzi di fissità ( i legamenti) che stabilizzano lo stomaco alla parete addominale e agli organi che lo circondano. I legamenti principali sono 3:
- legamento epato-gastrico – unisce il fegato allo stomaco
- legamento epato-duodenale – passa al di sotto dello stomaco e collega il fegato al duodeno. Passando al di sotto, è come se legasse lo stomaco.
- legamento gastro-colico – è il legamento più grande. Prende inserzione a metà della grande curvatura e collega lo stomaco con il colon trasverso. Ricopre quasi completamente il colon trasverso.
I mezzi di fissità dello stomaco sono molto ampi, sotto i mezzi di fissità sono stati definiti due riferimenti utilizzati a scopo chirurgico.
Si tratta di 2 cavità:
- grande omento – è localizzata al di sotto del legamento gastrocolico
- piccolo omento – è localizzata al di sotto del legamento gastroepatico
Vascolarizzazione dello stomaco
Se studi scienze erboristiche, o se stai studiando per diventare nutrizionista, è indispensabile conoscere il nome delle vene e arterie qui descritte.
Le arterie dello stomaco
L’arteria aorta è il vaso arterioso più importante del nostro corpo, gli studi di anatomia suddividono l’aorta in più porzioni, una di queste è l‘aorta addominale. Dalla aorta addominale prende origine l’arteria celiaca (o tripode celiaco), si tratta di un’arteria molto corta, ma dall’ampio calibro.
La vascolarizzazione degli organi addominali è da imputare quasi completamente all’arteria celiaca. Dall’arteria celiaca nascono tutti i vasi principali che irrorano gli organi addominali, in particolare lo stomaco, il pancreas, la milza e il duodeno (prima porzione dell’intestino).
A partire dall’arteria celiaca partono 3 vasi:
- arteria epatica
- arteria gastrica di sinistra
- arteria splenica
Anastomosi dello stomaco
Ricordi cosa è l’anastomosi? L’anastomosi è un sistema arterioso che forma un circolo chiuso. Due o più vasi si chiudono entrano l’uno nell’altro, si tratta di un escamotage che mette in atto il sistema circolatorio. In questo modo l’interruzione di uno dei vasi sanguigni non comporta la morte di tutto il tessuto. Supponiamo, ad esempio, che si interrompe il flusso dell’arteria gastrica di destra. Grazie all’anastomosi il tessuto viene alimentato grazie all’anastomosi con l’arteria gastrica di sinistra.
Le anastomosi si formano a livello della piccola e grande curvatura dello stomaco.
Anastomosi a livello della piccola curvatura
A livello della piccola curvatura lo stomaco è vascolarizzato dall’anastomosi tra l’arteria gastrica di sinistra e l’arteria gastrica di destra.
Dall’arteria epatica nasce l’arteria gastrica di destra che, a livello della piccola curvatura dello stomaco, forma un anastomosi con l’arteria gastrica di sinistra. L’arteria gastrica di sinistra nasce direttamente dall’arteria celiaca (o tripode celiaco).
La parte inferiore dello stomaco è irrorata da un’altra anastomosi.
Anastomosi a livello della grande curvatura
A livello della grande curvatura lo stomaco è vascolarizzato dall’anastomosi tra l’arteria gastroepiploica di sinistra e l’arteria gastroepiploica di destra.
L’arteria gastroepiploica di destra è un ramo collaterale dell’arteria splenica, l’arteria gastroepiploica di sinistra è un rame dell’arteria gastroduodenale, proveniente dall’arteria epatica.
L’arteria splenica irrora la milza, l’arteria epatica irrora il fegato.
L’anastomosi gastrica non è l’unica presente nel nostro organismo: l’anastomosi celebrale è un altro importante esempio di anastomosi.
Il circolo venoso dello stomaco
Le vene ripercorrono al contrario il percorso fatto dalle arterie portando il sangue refluo verso il fegato.
Il circolo venoso dello stomaco è costituito da:
- vena gastrica di sinistra
- vena gastrica di destra
- vena gastroepiploica di sinistra
- vena gastroepiploica di destra
Tutte le vene convergono verso il sistema della vena porta, entrando nel sistema portale epatico (descritto nel paragrafo dedicato al fegato).
Il sangue refluo di tutti gli organi addominali (ricco di metaboliti e anidride carbonica CO2 e povero di nutrienti e ossigeno O2) deve passare attraverso il fegato. Il sangue refluo, per giungere al fegato, deve essere per forza convogliato nella vena porta. La vena porta farà confluire tutto il sangue refluo degli organi addominali al fegato, formando il sistema portale epatico. Nel fegato il sangue viene ripulito in minima parte, la pulizia totale del sangue avviene a livello dei reni.
La struttura interna dello stomaco, istologia dello stomaco
Lo stomaco è composta da 4 tonache. Dall’interno verso l’esterno, lo stomaco è costituito da:
- tonaca mucosa
- tonaca sottomucosa
- tonaca muscolare
- tonaca sierosa
La tonaca mucosa dello stomaco
La tonaca mucosa è una porzione importante dello stomaco, paragonandola con la tonaca dell’esofago si può notare che nello stomaco è maggiormente presente.
La tonaca mucosa, oltre ad essere molto presente nello stomaco, è organizzata in modo caratteristico, ovvero è strutturata in creste gastriche.
La tonaca mucosa si divide in:
- epitelio
circonda le creste gastriche e delimita le fossette gastriche - lamina propria
si estroflette formando le creste gastriche - muscolaris mucosae
è formata da 1 strato circolare interno e 1 strato longitudinale esterno
La lamina propria si estroflette formando le creste gastriche ed è ricoperta dallo strato epiteliale.
Le creste gastriche non sono dei villi, sono estroflessioni della lamina propria della tonaca mucosa. Intorno alle creste gastriche si trova l’epitelio gastrico, le circonda una ad una dando forma a delle cavità definite fossette gastriche. All’interno delle fossette gastriche, le cellule epiteliali dello stomaco, riversano i propri secreti formando il succo gastrico. Il succo gastrico viene immesso nelle fossette gastriche per poi raggiungere il lume dello stomaco.
Le cellule staminali presenti alla base delle creste gastriche sono di tipo cilindrico semplice. L’epitelio dello stomaco è quindi un epitelio semplice, a differenza dell’epitelio del fegato che è un epitelio stratificato.
La muscolaris mucosae permette alle creste gastriche di muoversi allo scopo di rimescolare ulteriormente il bolo. La muscolaris mucosae è costituita da cellule di muscolatura liscia che si contraggono provocando il movimento delle creste gastriche.
La tonaca sottomucosa dello stomaco
E’ lo strato di tessuto connettivo che contiene fibre elastiche e cellule adipose. Qui arrivano i vasi e le terminazioni nervose.
La tonaca muscolare
E’ una porzione molto importante dello stomaco. La tonaca muscolare è formata da fibre muscolari di tipo liscio, nello stomaco ci sono ben 3 strati di muscolatura liscia. I 3 strati di muscolatura liscia della tonaca muscolare sono disposti in modo diverso, è questa particolare disposizione che permette i movimenti gastrici.
Lo strato più interno è composto da fibrocellule muscolari disposte in modo obliquo rispetto all’asse dello stomaco. Lo strato più interno è caratterizzato da fibrocellule disposte in modo orizzontale rispetto l’asse dello stomaco, mentre lo strato più esterno ha le fibrocellule disposte in modo longitudinale rispetto l’asse dello stomaco (è quindi parallelo all’asse dello stomaco).
I tre fasci muscolari disposti in modo diversi permette il rimescolamento del bolo che poi diventa chimo in tutte le direzioni dello spazio.
La tonaca sierosa
La tonaca sierosa è rappresentata dal peritoneo.
Il peritoneo si suddivide peritoneo parietale e peritoneo viscerale. Il peritoneo parietale è la porzione che ricopre la parete addominale interna e gli organi retroperitoneali. Il peritoneo viscerale, è la porzione di tonaca sierosa che ricopre gli organi addominali. Il peritoneo viscerale è in continuità con il peritoneo parietale.
Le ghiandole gastriche propriamente dette
Per comprendere le ghiandole gastriche è bene riassumere nuovamente la composizione della tonaca mucosa. L’epitelio, la lamina propria e la muscolaris mucosae costituiscono la tonaca mucosa (la tonaca più interna dello stomaco). La lamina propria forma delle estroflessioni che vengono chiamate creste gastriche. Ogni cresta gastrica è ricoperta da uno strato di epitelio, l’epitelio segna il confine di quelle che vengono definite fossette gastriche. Ogni fossetta gastrica è in comunicazione con ghiandole gastriche.
L’epitelio gastrico è costituito da diversi tipi di cellule:
- cellule mucipare
- cellule del colletto
- cellule parietali
- cellule principali
- cellule endocrine
Cellule mucipare: sono localizzate nella parte più esterna della cresta, si trovano verso il lume dello stomaco. Si trovano nella parte apicale delle creste gastriche, a stretto contatto con il bolo alimentare. La produzione di bicarbonato e muco basico, che riveste la parete gastrica, è assegnata alle cellule mucipare. E’ essenziale per proteggere le cellule della parete gastrica dallo stesso acido cloridrico, l’acido cloridrico oltre a digerire il bolo alimentare andrebbe a distruggere le cellule della parete gastrica.
Cellule del colletto: sono collocate più in basso rispetto le cellule mucipare, si trovano in tutte le regioni dello stomaco. Anche le cellule del colletto producono muco, ma si tratta di muco neutro. La funzione del muco neutro è quella di lubrificare il contenuto gastrico.
Cellule parietali: si trovano alla base delle ghiandole gastriche, producono acido cloridrico e fattore intrinseco. L’acido cloridrico svolge un’azione di tipo chimico degradando alcune sostanze del bolo alimentare. Il fattore intrinseco è una proteina che permette l’assorbimento della vitamina B12. La vitamina B12 è una vitamina essenziale per il corretto sviluppo del sistema nervoso e per la corretta maturazione dei globuli rossi.
Cellule principali: si trovano nella parte più profonda della cresta gastrica. Le cellule principali sono di forma conica e producono il pepsinogeno. Il pepsinogeno è il precursore inattivo della pepsina. L’acido gastrico andrà a attivare il pepsinogeno convertendolo in pepsina. La pepsina è un enzima proteolitico attivo che ha la funzione di scindere le proteine in aminoacidi.
Cellule endocrine: si trovano alla base delle fossette gastriche e sono cellule che producono ormoni. Alcuni ormoni prodotti sono: serotonina, gastrina, ormoni che regolano la motilità dello stomaco (contrazione della muscolatura liscia) e l’attività secretoria dello stomaco (controllano quindi le attività delle cellule parietali e delle cellule principali).
Intestino
Abbiamo visto che il bolo alimentare arriva nello stomaco, qui subisce ulteriori trasformazioni e viene trasformato in chimo. Il chimo viene ulteriormente digerito dal succo gastrico e da movimenti peristaltici. Dalla trasformazione del chimo si ottengono particelle di dimensioni adatte (5/6 mm) a passare dallo stomaco all’intestino tramite il piloro.
L’intestino si origina con lo sfintere pilorico collegato con lo stomaco, e termina con lo sfintere anale.
Organizzazione dell’intestino
L’intestino è lungo fino a 12 metri (la sua lunghezza può variare individualmente). L’intestino è ripiegato in modo da poter entrare nella cavità addominale dove si trovano anche stomaco, fegato etc.
Si suddivide in due grandi porzioni:
- intestino tenue (7 metri)
- intestino crasso, che comprende anche il retto e l’ano
L’intestino tenue è la porzione più consistente dell’intestino. L’intestino tenue si divide in duodeno e intestino mesenteriale.
Intestino tenue, prima porzione dell’intestino

Di derivative work: Adert (talk)Created by Medium69 William Crochot – www.cancer.gov, Pubblico dominio,
L‘intestino tenue si suddivide in:
- duodeno
è il primo tratto dell’intestino dove entra il chimo, lungo 30 centimetri - intestino mesenteriale
E’ la parte dell’intestino finemente ripiegata che ha una lunghezza pari a circa 7 metri.
Il duodeno
Il duodeno è il primo tratto dell’intestino dove entra il chimo. E’ a questo livello che avviene la maggior parte dei processi digestivi.
La funzione dell’intestino tenue è di assorbimento delle sostanze nutritive.
La funzione del duodeno è far avvenire gli ultimi processi digestivi che permetteranno alle molecole di raggiungere le dimensioni assorbibili dalla restante parte dell’intestino.
Il duodeno, in particolare, espone il chimo all’azione dei succhi digestivi che servono a ridurre le macromolecole in monomeri.
I succhi gastrici più importanti sono:
- la bile prodotta dal fegato e rilasciata dalla colecisti
- il succo pancreatico prodotto dal pancreas
- i succhi enterici prodotti da ghiandole intestinali presenti a livello del duodeno
L’azione emulsionante della bile e l’azione litica di lipasi, amilasi e proteasi permettono la completa digestione del chimo e l’assorbimento dei nutrienti.
Le proteine vengono ridotte in amminoacidi, i lipidi in trigliceridi, i carboidrati vengono ridotti in monomeri e in dimeri.
Ti ricordo che una piccola parte del processo digestivo avviene a livello della bocca, un’altra piccola parte avviene a livello dello stomaco, mentre la maggior parte dei processi digestivi avviene nell’intestino, in particolare nell’intestino tenue.
Nel duodeno sboccano 3 dotti che consegnano i succhi gastrici:
- Dotto pancreatico principale
- Dotto pancreatico accessorio
- Coledoco
Struttura del duodeno
Il duodeno è lungo circa 30 centimetri.
Considerando la sua direzionalità, il duodeno è divisibile in 4 porzioni:
- Bulbo o ampolla duodenale (adiacente alla valvola pilorica, confina con lo stomaco). E’ la porzione in cui arriva il chimo. In questa zona ci sono molte ghiandole mucipare che producono muco di tipo basico importanti per abbattere il pH estremamente acido che arriva dallo stomaco.
Le cellule mucipare basificano il pH del chimo proveniente dallo stomaco perchè quando il chimo procede nella parte discendente del duodeno deve avere un pH di circa 6 (pH ideale degli enzimi presenti nella parte discendente). - Parte discendente, nella parte discendente avviene la maggior parte dell’azione digestiva.
Nella porzione discendente si trovano due importanti papille da dove sboccano i 3 dotti del duodeno che rilasciano i succhi digestivi (bile e succo pancreatico).
– papilla maggiore di Vater
A livello della papilla di Vater vi è l’uscita del dotto coledoco ( rilascia la bile) e del dotto pancreatico principale (rilascia il succo pancreatico)
–papilla minore di Santorini
Al suo livello sfocia il dotto pancreatico accessorio che rilascia succo pancreatico - Parte orizzontale del duodeno, caratterizzata da un andamento orizzontale.
- Parte ascendente del duodeno, è la sezione dell’organo che tende a risalire
Istologia del duodeno
Il duodeno è composto da
- tonaca mucosa (guarda il lume del duodeno)
- tonaca sottomucosa
- tonaca muscolare
- tonaca sierosa
Tonaca mucosa del duodeno
La tonaca mucosa si suddivide in:
- epitelio intestinale: cellule cilindriche caratterizzate da microvilli
- lamina propria: tessuto connettivo lasso che forma estroflessioni denominate villi intestinali
- muscolaris mucosae: fibrocellule di muscolatura liscia che permettono ai villi di contrarsi e di rimescolare il chimo
Epitelio intestinale e villi intestinali
La tonaca mucosa del duodeno è caratterizzata dai villi intestinali (nonostante la struttura somigli alle creste gastriche non vanno confusi con quest’ultime). I villi sono estroflessioni digitiformi della lamina propria. La funzione dei villi è di incrementare la superficie di contatto tra l’epitelio che assorbe i nutrienti e il chimo. I villi sono presenti solo a livello dell’intestino tenue.
I villi sono circondati da epitelio intestinale semplice e cilindrico: l’epitelio intestinale è formato da un unico strato di cellule di tipo cilindrico.
La superficie apicale delle cellule cilindriche (guardano il lume del duodeno) presentano dei microvilli. Cosa sono i microvilli? Si tratta di piccole estroflessione della membrana plasmatica delle cellule cilindriche, hanno la funzione di aumentare ulteriormente la superficie di assorbimento dei nutrienti.
Tonaca sottomucosa del duodeno
La tonaca sottomucosa del duodeno contiene un altissimo numero di ghiandole esocrine denominate ghiandole di Brunner.
Le ghiandole di Brunner secernono muco alcalino (HCO3 -) in grado di tamponare il pH acido dello stomaco. Il chimo, proveniente dallo stomaco dove il pH è di circa 2, è di carattere troppo acido per le attività digestive che deve compiere il duodeno.
Tonaca muscolare del duodeno
La tonaca muscolare intestinale, ed in particolare la tonaca muscolare del duodeno, è formata da 2 strati di fibrocellule muscolari lisce:
- lo strato di muscolatura più interna è disposto in modo orizzontale e permette movimenti peristaltici (provocano diminuzione del calibro del lume intestinale)
- lo strato di muscolatura più esterno è longitudinale e permette movimenti presistolici (provocano accorciamento del tratto intestinale)
Tonaca sierosa
La tonaca sierosa del duodeno è costituita dal peritoneo. Il peritoneo riveste il duodeno solo anteriormente. Quando gli organi sono ricoperti dal peritoneo solo anteriormente, vengono definiti organi retro peritoneali.
La contrazione alternata della muscolatura circolare e di quella longitudinale permette di far scendere il contenuto intestinale lungo tutto il percorso.
A differenza del duodeno, lo stomaco è composto da 3 strati di muscolatura (la differenza può essere una domanda d’esame).ù
Cripte duodenali: studio dettagliato delle cellule che costituiscono l’epitelio duodenale
Una domanda di esame potrebbe riguardare le cellule che compongono l’epitelio duodenale.
Le cellule dell’epitelio duodenale rivestono il villo formando le cripte duodenali.
L’epitelio è composto in gran parte da cellule enterociti: sulla porzione cellulare apicale vi sono i villi e i microvilli. Gli enterociti sono cellule con funzione assorbente dei nutrienti. I nutrienti passeranno poi nel circolo ematico.
Altre cellule che compongono l’epitelio intestinale sono le cellule caliciformi, responsabili della secrezione di muco neutro.
Le cellule endocrine argentaffini: producono serotonina (5HT) utile a stimolare la contrazione dei villi. La serotonina stimola le fibrocellule che compongono la muscolaris mucosae e permette ai villi di muoversi.
Cellule staminali, si differenzieranno e sostituiranno gli enterociti esausti.
Le cellule Paneth sono localizzate sul fondo della cripta duodenale (o cripta di Lieberkuhn). Producono enzimi litici (Lisozima, Fosfolipasi A) in grado di distruggere dei batteri che potremmo aver ingerito con il cibo .
Svolgono una funzione di regolazione della flora batterica intestinale ovvero il microbiota.
L’Intestino Tenue Mesenteriale
E’ la parte dell’intestino finemente ripiegata su se stessa, ha una lunghezza pari a circa 7 metri.
L’intestino mesenteriale è suddiviso in:
- digiuno
- ileo
L’ileo entra nell’intestino crasso, la seconda parte dell’intestino.
L’intestino tenue mesenteriale è completamente avvolto dal peritoneo, quando gli organi sono totalmente avvolti dal peritoneo vengono definito organi intraperitoneali.
Tramite il peritoneo, l’intestino mesenteriale è mantenuto in posizione (collegato alla parete addominale posteriore) grazie ad un grande legamento a forma di ventaglio denominato mesentere. I
A livello del mesentere arrivano i vasi sanguigni responsabili dell’irrorazione dell’intero intestino.
L’intestino tenue mesenteriale possiede le valvole di Kerkring, sottili pieghe trasversali della mucosa e della sottomucosa assenti nella
prima porzione del duodeno e nell’ultimo tratto dell’ileo.
L’intestino tenue mesenteriale, come il duodeno, è caratterizzato dai villi (vedi duodeno). I nutrienti passano prima attraverso i villi, poi entrano nei microvilli, negli enterociti e da qui giungono nei capillari sanguigni e linfatici.
Per promemoria:
I villi sono estroflessioni digitiformi della lamina propria, incrementano la superficie assorbente dei nutrienti e sono presenti solamente nell’intestino tenue (duodeno e intestino mesenteriale).
I microvilli sono collocati sulla superficie apicale degli enterociti, come i villi aumentano la superficie assorbente i nutrienti.
Le cripte di Lieberkuhn sono una zona ghiandolare presente tra un villo e l’altro.
Intestino Crasso, seconda porzione dell’intestino
L’intestino crasso è in comunicazione con l’intestino mesenteriale tramite la valvola ilicecale. Al termine dell’intestino crasso vi è l’ano.
Funzioni dell’intestino crasso:
- A livello della valvola ileo-cecale riceve il chimo. La valvola ileo-cecale impedisce il reflusso del chimo.
- Gli enterociti dell’intestino crasso assorbono i nutrienti. Grazie al microbiota che ha scisso materiali altrimenti inassorbibili, gli enterociti possono assorbire le ultime molecole di nutrienti provenienti dal cibo.
- L’intestino crasso ha anche la funzione di assorbire l’acqua per formare feci consistenti.
Suddivisione dell’intestino crasso
L’intestino crasso si suddivide in:
- Intestino cieco con appendice vermiforme, è il punto in cui arriva l’ileo
- Colon è il tratto più lungo dell’intestino crasso (ascendente, trasverso, discendente, ileopelvico o sigmoideo)
- Intestino retto, è l’ultima parte dell’intestino crasso. E’ formato dall’ampolla rettale e dal canale anale che si apre all’esterno con l’orifizio anale.
Intestino Cieco
L’intestino cieco è caratterizzato da una appendice vermiforme, è attaccata alla sua parte finale.
Appendice vermiforme e microbiota
E’ la porzione di intestino che se si infetta provoca l’appendicite. In passato l’appendice, in caso di appendicite, veniva eliminata in modo sistematico. L’asportazione dell’appendice vermiforme si effettuava perchè se si lacerasse, può rilasciare, a livello peritoneale, molte tossine e batteri in una zona ricca di basi sanguigni, cosa che provocherebbe un’infezione sistemica. L’infezione sistemica può portare alla setticemia, che in passato ed in alcuni casi anche oggi è letale.
Ad oggi si tende a curare l’infezione dell’appendice vermiforme, evitando di asportarla. L’appendice vermiforme è l’organo che regola la flora batterica, il nostro microbiota.
Il microbiota svolge funzioni molto importanti, tanto da farlo considerare negli ultimi anni di ricerca scientifica, quasi un organo a sé.
Il microbiota è in grado di rilasciare sostanze che attivano il nostro sistema immunitario ed è in grado di difenderci da molte malattie, ad esempio ci difende dal diabete e dall’obesità.
Qualora l’appendice vermiforme viene asportata, la flora batterica ha problemi ad essere rinnovata. E’ utile rinnovare la flora batterica con integratori.
Il colon
Il colon è la seconda e più ampia porzione dell’intestino crasso.
Il colon si suddivide in più tratti: ascendente, trasverso, discendente, ileopelvico o sigmoideo.
Il colon trasverso attraversa tutto l’addome, su di esso è adagiato lo stomaco.
Il tratto ileopelvico o sigmoideo termina con l’intestino retto, parte dell’intestino che si apre verso l’esterno ed opera la defecazione.
Il colon svolge il riassorbimento dell’acqua e permette la formazione di feci consistenti. Quando la mucosa intestinale è infiammata si ha la colite. In caso di colite non avviene il processo di riassorbimento dell’acqua, fatto che provoca diarrea.
Rapporti col peritoneo
Il colon ascendente è un organo retroperitoneale, è ricoperto dal peritoneo solo a livello della faccia anteriore, laterale e mediale.
L’intestino ceco è un organo intraperitoneale, ha rapporto diretto con
le pareti laterali e con la parete anteriore dell’addome.
L’intestino retto è in stretto rapporto con i muscoli dell’ano e lo sfintere esterno dell’ano.
Il tratto discendente del colon è ricoperto dal peritoneo esclusivamente sulla faccia anteriore, laterale e mediale.
Il circolo splancnico
E’ necessario conoscere il nome dei seguenti vasi sanguigni.
Ai fini dell’esame di anatomia vanno saputi i nomi di chiesti vasi.
Tutti i vasi venosi affluiscono nella vena porta.
Anastomosi dell intestino mesenteriale
A livello dell’ intestino mesenteriale esistono importanti anastomosi. Abbiamo visto che l’intestino mesenteriale è irrorato dall’arteria mesenterica superiore all’ arteria mesenterica inferiore. Da queste due arterie partono dei vasi che si ripiegano su se stessi. I ripiegamenti sono, in realtà, delle anastomosi. Le anastomosi hanno la funzione di permettere una continua irrorazione di tutto l’organo.
Le anastomosi intestinali sono ripiegature prendono il nome di arcate.
Si distinguono in:
arcate primarie (sono le più grandi)
arcate secondarie
arteriole, si diramano poi in capillari fino a raggiungere l’intestino.
Organi annessi al canale digerente
Fegato
Il fegato è la ghiandola più grande del corpo umano.
In un soggetto in vita può pesare fino a 2/2,5 kg di cui mezzo chilo è rappresentato dal sangue.
Tutto il sangue che fluisce verso l’addome arriva nel fegato. Al fegato giunge una quantità di sangue molto importante.
Anatomia macroscopica del fegato
Il fegato è un organo intraperitoneale: è avvolto da una capsula fibrosa, rivestito da peritoneo viscerale. Il fegato si trova nella parte alta dell’addome, superiormente prende rapporti con il diaframma.
Il fegato occupa 3 regioni addominali definite:
Ipocondrio Destro (il fegato occupa soprattutto questa area)
Epigastrio
Ipocondrio Sinistro
Didatticamente il fegato può essere suddiviso in:
faccia antero superiore
faccia postero inferiore
faccia inferiore
La faccia antero superiore prende diretto contatto con il diaframma.
La faccia postero-inferiore prende diretto contatto con la parete addominale posteriore (colecisti, fondo dello stomaco, esofago, vena cava inferiore).
La faccia Inferiore prende contatto con lo stomaco, con la cistifellea, colon trasverso, antro dello stomaco, rene e surrene dx.
Legamenti del fegato
I legamenti sono essenziali per ancorare gli organi agli altri organi e alle pareti addominali (nel caso del fegato).
I legamenti principali del fegato sono:
legamento coronario (sospensione fegato)
è il più grande, ancora il il fegato al diaframma
legamento falciforme, divide il lobo maggiore dal lobo minore del fegato. Il l. falciforme passa in mezzo al fegato, termina con il legamento rotondo
legamento rotondo (in origine vena ombelicale, l.fibroso alla base del l.falciforme). Il l. rotondo è il residuo della vena ombelicale.
legamento triangolare sinistro
legamento triangolare destro
Lobi e fosse epatiche del fegato
Il fegato è suddiviso in 4 lobi:
2 lobi del fegato sono visibili se lo osserviamo posteriormente
- lobo destro
- lobo sinistro
- lobo caudato
- lobo quadrato
2 lobi del fegato sono visibili osservando l’organo anteriormente:
- lobo maggiore
- lobo minore
Al centro del fegato si trova l’ilo epatico. E’ un foro molto importante, si tratta del punto in cui escono e entrano i principali vasi sanguigni e biliari necessari al funzionamento e al supporto trofico del fegato.
Circolazione epatica
Il fegato è un organo parenchimatoso caratterizzato dalla presenza dello stroma e del parenchima epatico.
Gli epatociti sono le cellule che compongono il parenchima epatico
Organizzazione del parenchima epatico
L’unità funzionale del fegato è definita lobulo epatico.
Il lobulo epatico è una struttura a forma esagonale. Ad ogni vertice dell’esagono si trova una particolare struttura: il tripode portale.
E’ costituito da tre vasi:
- un ramo dell’arteria epatica, vaso afferente
- un ramo della vena porta, vaso afferente
- un piccolo dotto biliare, vaso efferente. Il dotto biliare insieme alle vene epatiche esce dal fegato. Il dotto biliare non trasporta sangue, ma trasporta la bile.
La bile è il principale prodotto del fegato.
Il sangue entra dal ramo dell’arteria epatica e dal ramo della vena porta, scorre tutto il lobulo epatico in direzione centripeta.
Il sangue che è giunto al fegato attraverso diramazioni dell’arteria epatica e della vena porta, viene drenato dai capillari fenestrati (sinusoidi epatici) che circondano le lamine degli epatociti. I sinusoidi epatici hanno fenestrature molto ampie che permettono di effettuare gli scambi con gli epatociti (possono entrare anche molecole piuttosto ampie) come il colesterolo, i trigliceridi, la bile.
A livello dei capillari sinusoidali si trovano le cellule di Kupffer, sono cellule fagocitarie in grado di rimuovere eventuali organismi estranei (agenti patogeni, detriti cellulari). Il sangue arriva poi alla vena centrolobulare, al centro dell’esagono. Dalla vena centrolobulare il sangue giunge alla vena epatica.
Lo spazio di Disse è uno spazio extracellulare delimitato per un lato dalla filiera degli endoteli dei sinusoidi Lo spazio di dis è la zona in cui avvengono gli scambi: la bile entra nello spazio di dis per accedere al sinusoide epatico, le molecole contenute nel sinusoide attraversano lo spazio di disse per entrare nell’epatocita.
Mentre il sangue scorre verso la vena centrolobulare, la bile va nella direzione opposta quindi va verso l’esterno.
Le funzioni epatiche
L’epatocita è la cellula che svolge le funzioni più importanti del fegato.
Le funzioni epatiche sono:
- produzione della bile
- accumulare la riserva di glucosio sotto forma di glicogeno
- sintetizzare nuovo glucosio, in caso di necessità
- accumulare ferro, vitamina Ala vitamina D la vitamina B12
- sintetizza le proteine (colesterolo i trigliceridi e le proteine plasmatiche)
- metabolizzare i farmaci
- metabolizzare le tossine
- convertire l’ammoniaca in urea
La funzione principale del fegato è quella di produrre la bile, essenziale per la corretta digestione dei lipidi.
La bile e il passaggio di bile.
La bile è un liquido giallo verdastro. Il colore della bile è dovuto alla presenza di bilirubina, un composto di degradazione del gruppo Eme presente nei globuli rossi.
Nella bile sono contenuti anche i sali di Diari (essenziali per la digestione dei lipidi), fosfolipidi, colesterolo, acqua, e diversi tipi di elettroliti.
L’epatocita produce la bila, che attraversa lo spazio di Disse per entrare nei capillari sinusoidali. Dai capillari sinusoidali raggiunge i dotti biliari. I dotti biliari sono al livello dei vari vertici del lobulo epatico nel tripode portale. I dotti biliari convogliano nel dotto biliare principale (o comune) e la bile giunge alla colecisti (cistifellea appoggiata a livello del lobo quadrato del fegato).
La bile prodotta dagli epatociti (nel fegato) viene conservata nella cistifellea. In media il fegato produce circa 200 ml di bile al giorno, ma nella cistifellea se ne conservano circa 50 60 ml. Che fine fa l’altra quantità di bile? La bile subisce un processo di riassorbimento. L’epitelio della colecisti riassorbe acqua rendendo la bile molto densa. In caso la bile fosse troppo concentrata si formano i calcoli biliari.
Se il riassorbimento di acqua è troppo elevata, il colesterolo (presente all’interno della bile) porta alla formazione di sali insolubili formando i calcoli (possono essere anche molto dolorosi).
La bile resta nella colecisti fino a quando non arriva uno stimolo alla contrazione. La contrazione della colecisti permette il passaggio della bile nel dotto cistico e – successivamente – nel coledoco
Il coledoco giunge a livello del duodeno. La bile tramite il coledoco arriva al duodeno dove svolge la sua funzione: emulsionare i grassi. Grazie alla bile, enzimi specifici (lipasi e colipasi) possono digerire i grassi.
Lo stimolo che provoca l’emissione della bile è ad opera dell’ormone colecistochinina. La colecistochinina è un ormone sintetizzato a livello duodenale quando arriva il chimo contenente un’importante quantità di lipidi e proteine parzialmente digerite.
La colecistochinina arriva a livello della cistifellea, ne provoca la contrazione permettendo la liberazione della bile.
Riassorbimento della bile
Una volta che la bile è arrivata nel nel duodeno una parte della bile viene eliminata attraverso le feci grazie alla bilirubina. La bilirubina è in parte responsabile dell’ odore e colore di feci e urine.
Un’altra parte della bile è costituita dai sali biliari. I sali biliari vengono riassorbiti a livello intestinali, la loro produzione (da parte del fegato) è molto dispendiosa dal punto di vista energetico, per questo vengono riciclati per un buon 80%.
Struttura microscopica della Cistifellea
La cistifellea è un organo cavo, è una sacca in cui si immagazzina la bile.
Si compone di:
- tonaca mucosa
- tonaca muscolare
- tonaca avventizia
La tonaca mucosa è composta da un epitelio con funzione di riassorbimento di acqua
La tonaca muscolare è formata da tessuto muscolare liscio che – contraendosi – svolge la funzione di svuotamento della colecisti.
La tonaca avventizia è formata dal peritoneo.
Il pancreas
Il pancreas è un organo parenchimatoso, quindi è un organo pieno.
E’ collocato dietro dietro lo stomaco. Si estende dal duodeno alla milza. Il pancreas è un organo retroperitoneale ancorato alla parete addominale posteriore.
Il pancreas viene ricoperto dal peritoneo solo sulla faccia anteriore.
Il pancreas è una ghiandola con forma allungata, viene suddiviso in 5 porzioni:
- coda, la parte più stretta dell’organo
- corpo la parte allungata che si estende sino alla milza
- collo e testa, formano un’unica porzione situata nell’ansa dove ha inizio duodeno (C duodenale)
- Uncino ( o processo uncinato) è una porzione del pancreas che si ripiega dalla testa verso il basso.
Organizzazione istologica del pancreas
Il pancreas è un organo parenchimatoso, organo pieno composto dal:
- parenchima
- stroma
- capsula
La porzione esocrina e la porzione endocrina sono caratterizzate da un parenchima diverso.
La porzione esocrina del pancreas è una ghiandola tubulo acinosa composta con funzione digestiva. E’ formata dagli acidi pancreatici e dotti pancreatici.
La porzione endocrina è composta da isole pancreatiche (isole di Langerhans).
La superficie del pancreas ha un aspetto nodulare, è avvolta da una sottile capsula di tessuto connettivo trasparente.
Pancreas esocrino
Gli acini pancreatici
La parte dell’adenomero della ghiandola esocrina è costituita da due tipi di acini.
L’acino pancreatico è formato da due tipi di acini:
- acino sieroso
- acino mucoso
Gli acini sierosi producono la componente enzimatica e acquosa del succo pancreatico. Qui vi sono i granuli di zimogeno dove sono contenuti tutti gli enzimi pancreatici necessari per la digestione delle macromolecole.
Ci sono enzimi che scindono peptidi in amminoacidi, enzimi che devono scindere lipidi in trigliceridi (lipasi, colipasi, fosfolipasi), enzimi che terminano la digestione dei carboidrati (amilasi..). Tutti questi enzimi contenuti nei granuli zimogeno sono immersi in un ambiente acquoso.
Gli acini mucosi
Gli acini mucosi producono un secreto di tipo mucoso leggermente basico (per contrastare il pH acido del chimo giunto dallo stomaco).
La terza componente dell’adenomero che costituisce il parenchima del pancreas sono le cellule dei dotti.
I primi dotti che ricevono il secreto prodotti dagli acini sono i dotti intercalati (entrano all’interno dell’acino).
Le cellule dei dotti modificano il secreto prodotto dagli acini (riassorbono acqua, immettono ioni, ..).
Man mano che i dotti escono dagli acini si uniscono tra loro e formano i dotti intralobulari.
Il secreto, che fluisce dai vari acini, convoglia in due dotti:
- dotto pancreatico maggiore (Di Wirsung o principale)
- dotto pancreatico minore (accessorio)
Il succo pancreatico viene immesso nel duodeno attraverso il dotto pancreatico maggiore di Wirsung e il dotto pancreatico minore del Santorini.
Il dotto pancreatico maggiore di Wirsung decorre per tutta la lunghezza del pancreas (dalla coda al collo). Convogliano qui tutti i dotti del pancreas. Drena le secrezioni esocrine verso il duodeno, sbocca nella papilla maggiore di Walter.
Il dotto pancreatico minore del Santorini (o accessorio) è localizzato a livello dell’uncino del pancreas.
Drena il secreto prodotto dagli acini pancreatici.
Sfocia nel duodeno a livello della papilla minore del Santorini. E’ più corto del dotto maggiore.
Secrezione pancreatica
La secrezione pancreatica è sotto il controllo di due ormoni secreti dal duodeno. Gli ormoni vengono sintetizzati nel momento in cui il chimo acido arriva nell’intestino tenue.
Gli ormoni che regolano la secrezione pancreatica sono:
- secretina, stimola la secrezione di muco basico per controllare il pH acido del chimo che dallo stomaco arriva nel duodeno
- colecistochinina, stimola la secrezione della componente enzimatica del succo pancreatico. L’arrivo dei lipidi nel duodeno attivano la sintesi della colecistochinina.
Enzimi secreti dal pancreas esocrino
All’interno del succo pancreatico (secreto del pancreas) ci sono enzimi che terminano la digestione dei nutrienti:
- lipasi enzima che digerisce i lipidi
- amilasi terminano il processo di digestione dei carboidrati
- nucleasi digeriscono gli acidi nucleici
- carbossipeptidasi terminano il processo di digestione delle proteine.
Pancreas endocrino
Il pancreas ha un funzione duale: ghiandola esocrina (acini sierosi e mucosi) e una porzione endocrina che controlla la glicemia ovvero la concentrazione di glucosio nel sangue.
la funzione endocrina del pancreas avviene nelle isole pancreatiche dette anche isole di Langerhans.
Sono gruppi di cellule sparsi nel parenchima del pancreas endocrino.
In ogni isola di Langerhans sono presenti 3 tipi di cellule endocrine:
- cellule alfa (producono il glucagone, ormone proteico)
- cellule beta (producono l’insulina, ormone proteico)
- cellule delta (producono la somatostatina, neurormone trasmettitore.
Il glucagone e l’insulina regolano la presenza di glucosio nel sangue. Il glucagone è iperglicemizzante (fa aumentare la concentrazione di glucosio nel sangue), l’insulina è ipoglicemizzante (è prodotto in seguito ai pasti, fa diminuire la concentrazione di glucosio nel sangue)
La somatostatina non ha un ruolo diretto sul controllo del glucosio, ma regola la proliferazione e lo sviluppo cellulare.