La tiroide, la paratiroide, il surrene, il pancreas e le gonadi sono le ghiandole appartenenti all’apparato endocrino.

La Tiroide è una ghiandola appartenente all’apparato endocrino

La tiroide è una ghiandola dell’apparato endocrino. Si tratta di un organo pieno, localizzato nella parte anteriore del collo, appoggiata sulla cartilagine tiroidea e cricoidea della laringe. La tiroide ha la forma di una farfalla, è infatti è formata da due lobi (il lobo destro e sinistro) e da un istmo (una porzione trasversale che congiunge i due lobi chiamata isto della tiroide).

Il peso è compreso tra 20 e 80 grammi. Il peso può modificarsi sia per le condizioni ambientali che per le condizioni alimentari come ad esempio la
concentrazione di ioduro, ione necessario per la produzione degli ormoni tiroidei. Lo ioduro viene introdotto con l’alimentazione o tramite respirazione (ad esempio l’aria di mare è ricca di ione ioduro).
Spesso lo ioduro è addizionato nel sale da cucina.

Rapporti della tiroide

La tiroide ha rapporti posteriormente con la trachea, con la laringe e con la faringe.
Anteriormente con i muscoli Sternoioidei che permettono il movimento del collo.
Superiormente ha contatti con la laringe.
Lateralmente con le parotidi, piccole ghiandole, con i muscoli Sternocleidomastoidei e con il fascio vascolo-nervoso del collo (si tratta di un area del nostro collo che contiene rami del nervo vago, giugulare e carotidi).

I mezzi di fissità della tiroide

La tiroide è un organo pieno. è quindi formata da:

  • parenchima
  • 1 capsula propria
  • 1 involucro fibroso
  • esternamente da 1 guaina tiroidea che la contiene

I mezzi di fissità della tiroide sono legamenti che si originano dalla membrana connettivale (guaina tiroidea) che ricopre l’organo, e mantengono la tiroide nella sua posizione fisiologica.

I tre legamenti principali sono:

  1. legamento mediano definito anche sospensorio della tiroide
    Collega la tiroide alla cartilagine tiroidea della laringe. E’ il mezzo di fissità che congiunge la guaina tiroidea alla laringe.
  2. Legamenti laterali interni
    Fissano la guaina tiroidea alla cartilagine circoide e agli anelli tracheali
  3. legamenti laterali esterni, fissano la guaina al fascio vascolare del collo

Vascolarizzazione della Tiroide

La tiroide è localizzata nell’area del collo pertanto la sua vascolarizzazione prende origine dai vasi che sono nel collo.

La tiroide è costituita da due lobi uno a destra e uno a sinistra, pertanto abbiamo una vascolarizzazione di destra e una vascolarizzazione di sinistra.

Dal punto di vista dei vasi arteriosi, la vascolarizzazione della tiroide, deriva dalle arterie carotidi esterne. Dalle carotidi esterne partono le arterie tiroidee superiori che irrorano la porzione superiore dei lobi tiroidei (destra e sinistra).
Dalla arteria succlavia, invece, parte l’arteria tiroidea inferiore (destra e sinistra).
Dall’arteria carotide comune parte una piccola arteria chiamata arteria ima tiroidea e irrora la porzione dell’istmo.

Anche le vene della tiroide sono tre.
Le vene fanno il percorso opposto rispetto a quello delle arterie, quindi, abbiamo:
vene tiroidee inferiori che drenano il sangue dalla parte inferiore della tiroide. Si riversano nella vena giugulare comune, affluiscono nella vena cava superiore e fanno ritorno nell’atrio destro del cuore.

Le vene tiroidee superiori drenano il sangue dalla parte superiore dei lobi tiroidei.
Le vene tiroidee medie drenano il sangue dalla parte basale dei lobi tiroidei.
Sia le vene tiroidee superiori che le vene tiroidee medie si riversano nella vena giuguare interna (la giugulare interna fa parte del fascio vascolo nervoso del collo) che affluisce nella vena cava superiore.
A livello della parte superiore e media della tiroide attiva anche il plesso venoso peritiroideo che drena il sangue dallo spazio tiroideo, ovvero tutta l’area attorno alla tiroide. Il sangue viene convogliato nelle vene superiori e medie che poi entrano nella giugulare interna e poi nella vena cava superiore.

Struttura microscopica della tiroide, alla scoperta del parenchima

Il parenchima della tiroide è organizzato in unità funzionali. Grazie a queste unità funzionali la tiroide può compiere le sue funzioni.

Dalla colorazione istologica è possibile notarei:
Follicoli, unità funzionale della ghiandola tiroide. I follicoli sintetizzano, accumulano e secernono gli ormoni tiroidei.

I follicoli sono costituito da:
– un unico strato di cellule epiteliali. Queste cellule epiteliali del follicolo hanno forma allungata, sono cellule epiteliali di tipo isoprismatico.
– cellule follicolari, definite tireociti, circondano la cavità follicolare e ne determinano il perimetro.Sono i tireociti a produrre gli ormoni tiroidei.
Nella cavità follicare, nel lume del follicolo, è contenuto il colloide, un secreto viscoso ad alta concentrazione proteica. Il colloide, contiene uns truttura proteica denominata tireoglobulina (glicoproteina a cui sono attaccati un un numero elevato di molecole di tirosina, amminoacido che assieme allo iodio, costituisce gli ormoni tiroidei), e iodio (necessario alla tiroide per svolgere correttamente le sue funzioni).

– All’interno della matrice extracellulare, tra un follicolo e l’altro, si trovano le cellule parafollicolare o cellule C. Non sono parte del follicolo, come detto, sono nella matrice extra cellulare, localizzate tra un follicolo e l’altro. Le cellule parafolicolari sono cellule endocrine che producono la calcitonina, un ormone diversi dagli ormoni tiroidei. La calcitonina è uno dei principali ormoni coinvolti nell’omeostasi del calcio. La calciotonina è l’ormone ipocalemizzante, ovvero riduce la quantità del calcio nel sangue.

Il parenchima è costituito anche dai capillari, che hanno la funzione di recuperare gli ormoni dai tireociti e immetterli in circolo. I capillari del parenchima tiroideo irrorano il tessuto attorno ai follicoli e trasportano gli ormoni.

La Funzione dei follicoli, unità funzionali della tiroide

I tirecociti hanno mitocondri con reticolo endoplasmatico rugoso per sintetizzare la tireoglobulina.

La tireoglobulina è formata da molecole dell’amminoacido tirosina, necessario per la formazione di ormoni tiroidei iodati.

I tireociti sono incaricati del trasporto attivo di ioni ioduro (I-), vengono trasportati dal fluido interstiziale all’interno delle cellule per essere convertiti in atomi di iodio (I). Tale reazione avviene a livello della superficie apicale.

Lo ioduro è uno ione gassoso, può essere assunto tramite la dieta e attraverso la respirazione. Lo iodio viene assunto tramite lo ione ioduro.

A livello della membrana basale delle cellule tirocite sono presenti dei trasportatori di ione ioduro. Dai capillari lo ione ioduro giunge nello spazio intracellulare arriva ai trasportatori di ione ioduro.

Il trasportatore di ione ioduro lega lo ione ioduro e lo porta all’interno della cellula dei follicoli tiroidei.

A livello della cellula rimane come ione ioduro, attraversa la cellula e fuoriesce dalla membrana apicale attraverso una pompa che lo riversa all’interno del colloide. Lo stesso percorso viene seguito dalla tiroglobulina (glicoproteina con residui di tirosina).

Avvengono due processi:
– lo iodio si organifica passando da ione ioduro a iodio organico.
All’interno del colloide lo ione diventa Ione molecolare.

– lo iodio viene attaccato ai residui di tirosina.

L’enzima tiroideperossidasi lega lo ione inorganico alla molecola organica tireoglobulina.

Si formano due intermedi il MIT (mono iodio tirosina, a una molecola di tirosina viene ataccata una molecola di iodio) e DIT (Di iodio tirosina, due molecole di iodio attaccate ad una molecola di tirosina).

Si formano gli intermedi degli ormoni tiroidei.

L’enzima tiroideperossidasi, a questo punto, agisce nuovamente unendo due molecole di DIT o una molecola di DIT e una molecola di MIT.
Si formano i due ormoni tiroidei:
T4 formato da due DIT
T3 formato da un mit e un DIT
Il T3 contiene 3 atomi di iodio triodotironina.
Il T4 viene definito anche tiroxina.

A questo punto la tiroglobulina viene trasportata per endocitosi di nuovo dentro il tirocita. dove avviene una degradazione lisomiale per cui MIT DIT T3 T4 vengono staccati dalla tiroglobulina.

A questo punto gli intermedi MIT e DIT tornano verso il colloide, viene recuperato lo iodio.

Il T4 e il T3 vengono rilasciati nel circolo sanguigno in viaggio verso gli organi bersaglio. Il T3 è l’ormone più attivo (100 volte più attivo del T3), se necessario il T4 sarà modificato in T3 eliminando un atomo dio iodio.

La tiroide è l’unica ghiandola endocrina che accumula gli ormoni al di fuori delle cellule che li producono.

Il ruolo dello iodio

Il nostro organismo necessità di 150 microgrammi di iodio al giorno.
Il colloide è la riserva di iodio e di tireoglobulina, quindi possiamo dire che il colloide è la riserva della ghiandola tiroide.
In mancanza di iodio l’organismo risponde producendo T3 e non T4, proprio per risparmiare iodio.
La mancanza di iodio produce quella che viene definita la sindrome titoidea: carenza di ormoni tiroidei in circolo.
Il metabolismo subisce un rallentamento, la persona che ne soffre tende ad ingrassare e si ha la formazione del gozzo endemico.
Più raro è l’eccesso di iodio che porta ad una riduzione dell’attività della tiroide (proprio perchè si trova in eccesso di iodio).

Funzione degli ormoni tiroidie

La tiroide secerne per il 90% il T4, il T3 lo secerne sonolo in minima quantità.

La funzione generale degli ormoni tiroidei T4 e T3 è di incrementare l’attività metabolica cellulare.
Gli ormoni tiroidei controllano tutti i meccanismi che dipendono dal metabolismo:
– crescita e mantenimento dei tessuti. Sono fondamentali per lo sviluppo del sistema nervoso centrale nel feto e nel neonato e per lo sviluppo del sistema scheletrico
– regolano la frequenza e contrattilità cardiaca
– sono necessari per crescita e sviluppo di peli non sessuali e quindi di capelli, ciglia, sopracciglia
– stimolano la produzione di enzimi metabolici e pompe sodio potassio, ATPasi
– Producono calore
Aumentano il consumo di ossigeno O2
Mantengono la temperatura corporea adattondosi alle condizioni di freddo.
L’ipotiroidismo porta ad avere piedi e mani fredde anche in estate, il metabolismo è rallentato e i soggetti tendono ad ingrassare.
L’ipertiroidsmo porta ad avere mani e piedi arrossati, il metabolismo è elevato è i soggetti hanno tendenza a dimagrire.

Le ghiandole paratiroidi

Sulla superficie posteriore dei lobi della tiroide sono localizzate 4 piccole ghiandole endocrine: le ghiandole paratiroidi. Le 4 ghiandole paratiroidi sono immerse nel tessuto connettivo della tiroide.
Sono strettamente legate alla tiroide, ma hanno una funzione diversa.
Il peso di ogni paratiroide è di o,5 grammi.
Le 4 paratiroidi sono dislocate due per ogni lobo della tiroide.
Se venissero rimosse si provocherebbe la morte dell’individuo.
Le paratiroidi sono essenziali perchè sono coinvolte nel metabolismo del calcio, tale metabolismo controlla tutto ciò che è relativo alla neurotrasmissione.

Vascolarizzazione della tiroide

Le paratiroidi sono completamente annesse alla tiroide, hanno quindi vascolarizzazione e innervazione dipendente dalla tiroide.
I vasi collaterali delle arterie tiroidee irrorano le paratiroidi.
Affluenti delle vebe tiroidee irrorano il sangue delle paratiroidi.

Struttura microscopica delle paratiroidi

Anche le paratiroidi sono organi pieni.
Sono costituite da:
– parenchima
Si riconoscono due tipi cellulari, o meglio due stadi di maturità dello stesso tipo di cellula:
1) Cellule principali che producono l’ormone paratormone o PTH. Ha una zione opposta a quella dell’ormone calcitonina.
Il PTH ha un’azione ipercalcinizzante, aumenta la concentrazione del calcio a livello ematico, a livello del sangue.
Agisce sulle ossa (mobilita il residuo labile del calcio a livello delle ossa) e a livello intestinale e renale. A livello intestinale aumenta l’assorbimento del calcio anche attraverso
la vit D.
A livello renale andrà a ridurre l’escrezione del calcio, aumentando il processo di riassorbimento del calcio.
Il calcio dall’ultrafiltrato tornerà verso il sangue.

2) Cellule ossifile che sono cellule immature che poi differenzieranno in cellule principali, si tratta quindi di due diversi stadi delle stesse cellule.
– stroma (poco connettivo, a ricoprire i capillari)
– capsula di tessuto connettivo
– setti maggiori (poco numerosi a livello del parenchima).

Il surrene

Le Ghiandole surrenali sono due, infatti il surrene è un organi pari.
Ogni ghiandola surrenale (la ghiandola di destra e la ghiandola di sinistra) è annessa alla superficie superiore del rispettivo rene.

La forma antomica ricorda una piramide a base concava, infatti appoggia sul rene.

Ogni surrene può pesare da 8 a 10 grammi in fase adulto.

Il surrene, è un organo situato a livello addominale, per l’esattezza le ghiandole surrenali sono retroperitoneali, il peritoneo passa esclusivamente sulla faccia anteriore.

I rapporti del surrene

Il surrene destro e il surrene sinstro hanno rapporti diversi.
Il surrene destro ha i seguenti rapporti:
– anteriormente prende rapporti con il peritoneo e la faccia inferiore del fegato
– medialmente ha rapporto con la vena cava inferiore
– posterolateralmente ha rapporti cpn il diaframma

Per quanto concerne il surrene sinistro:
– anteriormente ha rapporti con la parte posteriore dello stomaco, e la borsa omentale
– medialmente il surrene sinistro ha rapporti con la aorta addominale
– posteriormente con il diaframma

Ogni ghiandola surrenale è composta di 4 facce:
– la base che è concava. Il dietro poggia sul rene tramite una minima porzione di tessuto connettivo, queste permette alla ghiandola surrenale di muoversi senza trascinare con sè il rene.
– faccia anteriore che è caratterizzata da un solco obliquo da cui frequentemente fuoriesce la vena surrenale
– faccia posteriore
– margine mediale e laterale che corrisponde alla punta della forma piramidale

Il parenchima del surrene si divide in una zona più esterna che è la zona corticale.
La zona corticale è suddivisa in tre aree, dall’esterna:
la zona glomerulosa, produce mineralcorticoidi, il principale ormone è l’aldosterone che ha come bersaglio il rene, controlla la quantità di sodio, potassio, idrogeno nel sangue.
la zona fascicolata, è la parte più grande. Produce ormoni glucocorticoidi, in particolare cortisone, corticosterone e cortisolo che deriva dal cortisone.
Hanno un’azione sul metabolismo del glucosio.
Il cortisolo viene prodotto la mattina, un paio d’ore prima del risveglio, ci fa percepire lo timolo della fame e ci prepara alla giornata.
Il cortisolo aumenta la concentrazione di glucosio nel sangue.
Sono tutti ormoni che hanno azione antiinfiammatoria.
la zona reticolare. Produce ormoni precursori degli ormoni sessuali, androgeni surrenalici, in particolare androsteredione e deidroepiandrosterone che stimolano la produzione di testosterone ed estradiolo.
Queste tre zone producono ormoni steroidei.
La porzione più interna del surrene è la zona midollare.
La zona corticale origina dal mesodorma, è la parte endocrina vera e propria della ghiandola.
La zona midollare è di derivazione neuronale è formata da neuroni modificati e produce le caticolammine ovvero adrenalina e noradrenalina. L’adrenalina ha una azione ormonale, la noradrenalina ha azione di neurotrasmettitore.

La vascolarizzazione del surrene

Il surrene è irrorato da tre sistemi arteriosi.

Vasi afferenti
Arteria surrenale superiore che irrora la parte apicale del surrene
Arteria surrenale media che irrora la parte mediale del surrene
Arteria surrenale inferiore che irrora la parte inferiore del surrene (parte midollare e reticolare).
L’arteria surrenale inferiore è la più voluminosa e trasporta circa il 50%.
Gli ormoni del surrene vengono drenati da questi sistemi arteriosi.

Vasi efferenti
Vene periferiche (sono la minoranza) drenano la zona glomerulare e fascicolata esterna.
Vene centrali, rappresentano la maggioranza di vene dei surreni, drenano la zona fascicolata profonda, reticolare e la zona midollare.
Tuute queste vene, vasi in uscita dal surrene, confluiscono nella vena surrenale (o centrale).

Il sangue che irrora la zona corticale viene drenato da vene che passano attraverso la zona midollare. Questo fa si che la zona midollare è esposta ad alte concentrazioni di ormoni prodotti dalla zona corticale.

Gonadi

Al momento dell’unione dello spermatocita con l’ovocita si iniziano a dividere le cellule per dar vita ad un nuovo individuo.
Le gonadi possono divenire sia testicoli che ovaie. Si iniziano a differenziare dalla sesta settimana.
La differenziazione dipende da una informazione genetica, dalla presenza o meno del cromosoma y.

Dalla ventesima settimana la differenziazione di gonadi in ovaie o testicoli, in realtà grazie a delle analisi genetiche moderne si può comprendere il sesso molto prima delle 20 settimane.
Sia nel testicolo che nelle ovaie resta sempre una parte di ciò che poteva diventare ovaie e viceversa.

Il testicolo

Il testicolo si suddivide in due aree, che sono due parti endocrine.
– cellule interstiziali producono ormoni androgeni (testosterone e androsteredione). Sono gli ormoni necessari per la spermatogenesi, e sono necessari anche per l’attività sessuale e lo sviluppo dei caratteri sessuali secondarie (barba, voce tipica maschile …).
La spermatogenesi avviene in continuazione, anche in tarda età a differenza dei follicoli che hanno un numero predeterminato al momento della nascita della bambina.
La velocità di produzione degli spermatozoi e la loro mobilità è invece determinata anche dall’età dell’individuo maschile.
– cellule di sostegno (o del Sertoli) producono, sotto il controllo dell’FSH ormone follicolostimolante, l’ormone inibina che controlla la produzione di spermatozoi.

Ovaie

Anche in questo caso ci sono due componenti che producono ormoni.
Cellule follicolari producono inibina e producono anche l’ormone estradiolo, diventerà estrogeno. E’ l’ormone che controlla il ciclo mestruale (sotto il quale si ha la produzione del follicolo) e lo sviluppo dei caratteri sessuali secondarie (mammelle, distribuzione grasso corporeo permettendo al corpo femminile di cambiare forma).
In menopausa non esistono più i follicoli.
L’altra porzione dell’ovaio che produce ormoni è il corpo luteo, si sviluppa con la maturazione dell’ovulo.
Il corpo luteo produce il progesterone, ormone che serve a preparare l’utero ad una eventuale gravidanza. Tale ormone permette di far crescere l’endometrio per accogliere l’ovulo fecondato.
Se l’ovulo non fosse fecondato. il corpo luteo, degenera, si ha un calo di progesterone e si ha la mestruazione.

Tutti gli ormoni sono sotto il controllo del feedback, può essere positivo oppure può esserci feedback negativo. Il feedback negativo è la capacità di un ormone di inibire la sintesi di un ormone di cui ne regolano la produzione. Il feedback positivo è esattamente l’opposto.