Il Colchino d’autunno – è una pianta erbacea perenne diffusa nei prati umidi della zona montana e submontana in tutta Europa. Probabilmente è una pianta
originaria delle rive occidentali del Mar Nero.
Si tratta di una pianta monocotiledone, in fondo al post trovi la differenza tra dicotiledone e monocotiledone.
Indice
Botanica farmaceutica per scoprire il Colchino d’aututnno o Colchicum autumnalis e le sue proprietà
Questa pianta erbacea e perenne, si caratterizza per il suo bulbo tuberizzato grande quanto una noce. In autunno, dal bulbo emergono un gruppo di fiori, al massimo tre fiori.
La primavera successiva alla comparsa del fiore, emergono anche le foglie. Dopo la comparsa delle foglie fuoriesce dal terreno l’ovario già trasformato in frutto ricco di semi. Il bulbo ha garantito lo sviluppo dei semi. A questo punto, con lo sviluppo delle foglie e dei semi, il bulbo si svuota e muore, ma al suo fianco ne nasce uno nuovo, infatti la pianta è perenne.
Le foglie basali sono foglie di tipo lineare, oblunghe. Hanno il tipico portamento delle foglie delle monocotiledoni, ovvero perpendicolare al terreno e parallelo alla luce solare.
I fiori sono trimeri, ovvero a base tre come tipico delle monocotiledoni, hanno l’ ovario inserito a livello del bulbo.
Il fiore è formato da 6 lobi di colore rosa-violaceo (nelle monocotiledoni i fiori sono multipli di 3). Si notano sei tepali petaloidi caratterizzati da un perigonio molto allungato. In alcuni fiori i petali e sepali non sono distinti tra loro, in questo caso si definiscono tepali e formano il perigonio (perianzio). L’ovario è supero formato da tre carpelli saldati tra loro. I tre carpelli sono sormontati da tre lunghi stili.
Il frutto è una capsula triloculare setticida, quindi è un frutto deiscente che si apre longitudinalmente a maturità per disseminare. Il frutto contiene numerosi semi globosi e nerastri, molto duri con un tegumento bruno leggermente rossastro. Il tegumento è ricco di riserva di amido.
Le proprietà del Colchino d’autunno sono date dai principi attivi contenenti nella droga.
La droga, ovvero la parte utilizzata a livello erboristico e farmaceutico, del Colchino d’autunno sono il bulbo-tubero e i semi. Proviene solo da raccolta spontanea. Il tempo balsamico per la raccolta del bulbo-tuberi è ad inizio estate, quando le foglie sono appassite e prima che si sviluppino i bulbo-tuberi figli, per evitare l’estinzione della pianta. I semi sono molto piccoli, l’ispessimento del seme contiene amido e principi attivi.
L’odore è nullo, il sapore è amaro. La droga contiene alcaloidi, il principale marker alcaloide è la colchicina e il colchicoside.
La pianta presenta alta tossicità. Il colchico e la colchicina sono tossici: 40 mg sono mortali.
Usi della colchicina in studi e ricerche, la pianta è tossica
La colchicina viene impiegata soprattutto nello studio di cromosomi, riesce a bloccare le divisioni della metafase. E’ usata anche in campo agronomico per ottenere piante poliploidi, ovvero con più uno o più assetti cromosomici completi. La colchicina ha azione antigottosa, alcuni prodotti sfruttano questa proprietà, ma l’uso è molto raro.
Dalla colchicina si prepara un prodotto emisintetico (il tiocolchicoside) molto utilizzato come miorilassante per uso esterno, appare spesso come principio attivo in prodotti per la cura delle contratture muscolari e come coadiuvante nella cura di dolori artrosici e reumatici.
La colchicina impedisce la formazione del fuso mitotico e blocca la mitosi alla metafase: agisce sulla tubulina impedendo la formazione dei microtubuli. Poteva essere usato come antitumorale, ma la sua tossicità ne impedisce l’utilizzo.
Note sulle differenze tra monocotiledoni e dicotiledoni
E’ una monocotiledone, ovvero ha una cotiledone. E’ caratterizzata da radici più fascicolate rispetto alle radici a fittone delle dicotiledoni. Il fusto ha una disposizione dei vasi conduttori diversi: i vasi conduttori nelle monocotiledoni sono sparsi. Nelle dicotiledoni i vasi sono in strutture concentriche. Nelle monocotiledoni i vasi legnosi (xilema, vasi adibiti al trasporto della linfa grezza) verso la parte centrale del sistema pianta, i vasi cribrosi (floema, vasi adibiti al trasporto della linfa elaborata) sono disposti verso la parte esterna.
Le monocotiledoni hanno (tipicamente) foglie parallelinervie ovvero con nervature parallele. Le dicotiledoni presentano nervature palminervie.
Il numero di petali dei fiori nelle monocotiledoni è generalmente a base tre, ovvero multiplo di tre. Nelle dicotiledoni il fiore è generalmente a base cinque.
La plantula si sviluppa in modo diverso nelle monocotiledoni e alle dicotiledoni.
Le foglie delle monocotiledoni hanno un portamento ortotropo, ovvero sono perpendicolari al suolo e quindi parallelo ai raggi solari. Sono meno specializzate nella fotosintesi clorofilliana e ottengono lo stesso quantitativo di luce solare su entrambe le facce.
Le dicotiledoni sono invece caratterizzate da un portamento plagiotropo, ovvero si dispongono parallele al suolo e perpendicolari alla luce solare. La faccia superiore è maggiormente specializzate nella fotosintesi clorofilliana.
La pagina inferiore è – generalmente vi sono delle eccezioni – maggiormente specializzata negli sgambi gassosi e si ha la presenza di stomi.