Come funzionano l’occhio è la vista? Scopriamo l’Occhio e le sue componenti seguendo il programma di anatomia per scienze e tecnologie farmaceutiche indirizzo erboristico.

Come funzionano l’occhio è la vista? Introduzione

Studiando l’apparato scheletrico hai letto che il cranio è suddiviso in neurocranio e splancnocranio. Il neurocranio si occupa di contenere e proteggere le strutture del sistema nervoso centrale e lo splancnocranio sono le ossa che proteggono e formano la struttura del volto. Lo splancnocranio contiene e protegge anche gli organi dei sensi inclusi gli organi deputati alla vista. Il bulbo oculare è localizzato nella cavità orbitaria, che lo contiene e lo protegge.

Una prima distinzione utile a comprendere come funzionano occhio e vista è quella tra l’apparato diottrico dell’occhio e le sue strutture accessorie.

Le Strutture Accessorie dell’Occhio

Anche le strutture accessorie si occupano di contenere e proteggere l’occhio.

Le strutture accessorie sono:

1. Palpebre: superiore e inferiore
2. Ciglia e Sopracciglia
3. Apparato Lacrimale
4. Muscoli estrinseci dell’occhio (retto superiore, inferiore, laterale, mediale, obliquo superiore ed obliquo inferiore)

Le Palpebre costituzione e funzioni

Le palpebre sono costituite da tessuto muscolare connettivo ricoperto di cute. Le palpebre sono due: inferiore e superiore. La palpebra superiore è mobile ed è collegata con il muscolo elevatore della palpebra. Il muscolo elevatore della palpebra permette alla palpebra superiore di sollevarsi e di fornire espressività ai nostri occhi.
La palpebra inferiore, invece è pressoché immobile.

Ciglia e sopracciglia

Per rispondere alla domanda come funzionano l’occhio e la vista dobbiamo prendere in considerazione anche le minute strutture che sono le ciglia e le sopracciglia.

Le ciglia sono la parte dei peli che sporgono dalla palpebra superiore e inferiore. Le sopracciglia sono sull’arcata sopraccigliare, sono peli corti in grado, anche loro, di conferire espressività al nostro volto.

Apparato Lacrimale – uno sguardo d’insieme a come funzionano l’occhio e la vista.

L’apparato lacrimale è un apparato vero e proprio formato da ghiandole lacrimali e dotti escretori. Producono le lacrime di cui ti parlerò prossimamente.

Grazie alla produzione di lacrime, la superficie oculare, è pulita. Le lacrime hanno il compito di rimuovere dalla superficie oculare polvere, tossine, batteri. Le lacrime hanno anche il compito di mantenere lubrificata la superficie oculare.
Ogni volta che sbattiamo la palpebra superiore il film lacrimale che abbiamo nella palpebra dell’occhio il film lacrimale viene rinnovato permettendo una continua pulizia e lubrificazione dell’occhio.

Muscoli estrinseci dell’occhio

I muscoli estrinseci dell’occhio sono sei:

  1. retto superiore
  2. retto inferiore
  3. laterale
  4. mediale
  5. obliquo superiore
  6. obliquo inferiore

Sono muscoli che circondano il bulbo oculare. Grazie alla loro fase di contrazione e rilasciamento permettono all’occhio di muoversi in tutte le direzione. I muscoli estrinseci, quindi, sono quei muscoli che permettono i movimenti oculari.

Sono muscoli volontari innervati dal III, IV e dal VI nervo cranico. Le unità motorie che compongono i muscoli estrinseci dell’occhio sono unità motorie molto piccole. La minuta dimensione delle unità motorie permette ai nostri occhi di muoversi in maniera rapida e precisa e di compiere movimenti fluidi. L’essere umano riesce a direzionare il bulbo oculare in tutte le direzioni possibili.

Come funzionano l’occhio è la vista? Vediamo alcuni dettagli anatomici

L’apparato lacrimale – dettaglio anatomico

L’apparato lacrimale è costituito da:

  • ghiandole lacrimali
  • dotti lacrimali escretori

L’apparato lacrimale è formato da ghiandole lacrimali localizzate nelle arcate sopraccigliare, subito sopra la palpebra superiore. Le ghiandole lacrimali sono ghiandole esocrine, producono le lacrime ovvero un secreto di tipo acquoso contenente un’alta concentrazione di sali, contengono una piccola concentrazione di muco ed una altissima concentrazione di lisozima

Il lisozima è l’enzima responsabile della lesione della parete cellulare dei batteri, oltre che nelle lacrima è contenuto anche nella saliva. E’ necessario per distruggere eventuali batteri patogeni che possono essere entrati in contatto con l’occhio.

Le lacrime prodotte dalle ghiandole lacrimali, vengono portate a livello dei bulbo oculari tramite i dotti escretori. Fanno parte dell’apparato lacrimale anche i dotti lacrimali escretori.

Nella zona nasale degli occhi abbiamo due punti lacrimali: un punto lacrimale superiore e un punto lacrimale inferiore. Questi punti sono i punti dove le avviene il drenaggio delle lacrime verso il dotto lacrimale superiore e il dotto lacrimale inferiore. I dotti lacrimali inferiore e superiore sono due dotti molto piccoli che confluiscono in unico dotto definito dotto lacrimale comune.

Il dotto lacrimale comune ha il compito di drenare le lacrime verso il sacco lacrimale. Si tratta di uno “slargo” a livello della superficie mediale del naso. Il sacco lacrimale prosegue con il dotto naso lacrimale.

Esiste una comunicazione tra apparato lacrimale e naso, i due sistemi sono in stretto rapporto anatomico e funzionale. Infatti,  se si piange o si è allergici e l’occhio è irritato, spesso abbiamo lo stimolo del soffiarsi il naso. Questo accade perchè le lacrime drenate dal naso tramite il dotto escretore lacrimale arrivano nella cavità  nasale, vengono espulse anche attraverso il naso. Spesso, quando siamo raffreddati, abbiamo anche gli occhi lucidi, succede perchè la cavità nasale è connessa con l’apparato lacrimale.

La stimolazione della produzione delle lacrime è dovuta a fibre parasimpatiche del sistema nervoso autonomo  che convogliano nel VII nervo facciale.

La struttura anatomica dell’occhio

Il bulbo oculare è l’organo deputato al convogliamento della luce verso quelli che sono i recettori sensoriali. I recettori sensoriali codificano lo stimolo luminoso e lo “tradurranno” prima in segnale elettrico, poi in una immagine.

L’occhio è una struttura complessa e costituita da strati sovrapposti di tessuti diversi. I tre strati di tessuti sono suddivisi in tre tonache, come abbiamo visto in molti organi.

Nel caso dell’occhio le tonache che lo compongono prendono nomi diversi, Dall’esterno verso l’interno, si trovano:

  • la tonaca fibrosa
  • la tonaca vascolare
  • la tonaca nervosa

Le tonache sono divise tra loro dalla camera anteriore e la camera posteriore. Le camere contengono due liquidi: umor acqueo e umor vitreo.

La camera anteriore

La camera anteriore è uno spazio compreso tra la cornea e l’iride.
La cornea è la porzione trasparente che ricoprire pupilla e iride. All’interno della camera anteriore è contenuto l’umor acqueo. L’umor acqueo è una soluzione di tipo acquoso che viene prodotta e drenata in continuazione (contiene acqua, sali, enzimi e molecole nutritive). La produzione e il drenaggio dell’umor acqueo è a carico dell’ultima porzione del corpo ciliare (che ti spiego più in seguito).

La camera posteriore

La camera posteriore è compresa tra l’iride e la coroide (è un componente della la tonaca vascolare). All’interno della camera vascolare esistono due strutture: il cristallino e l’umor vitreo.

Il cristallino

Il cristallino ha una conformazione rotondeggiante formato da cellule epiteliali e rivestito da una capsula di connettivo denso. E’ importantissimo nel processo di messa a fuoco dell’immagine. I cambiamenti nella forma del cristallino sono necessari per mettere a fuoco immagini a distanze diverse.

Il cristallino, fondamentale per il corretto funzionamento dell’apparato visivo, è ancorato a dei legamenti che permettono (al cristallino) di cambiare la sua forma. Se l’immagine è lontana il cristallino assume una forma appiattita. Se l’immagine è vicina all’occhio, il cristallino assume una forma sferica.

Se l’immagine non viene messa a fuoco correttamente l’individuo presenta  una delle svariate patologie che possono coinvolgere l’occhio (astigmatismo etc).

A livello della camera posteriore è contenuta l’umor vitreo, sostanza gelatinosa che contiene una elevata percentuale i polisaccaridi, muco etc.

La pupilla

La pupilla è un foro contenuto al centro dell’iride. Le dimensioni della pupilla dipendono da contrazioni e rilassamento dell’iride.

Se la luce è bassa la pupilla si dilata, se la luce è alta la pupilla si restringe. La pupilla si trova subito sopra al cristallino.

Le tre tonache dell’occhio

Dall’esterno verso l’interno dell’occhio si possono osservare tre tipi di tonache:

  1. la tonaca fibrosa
  2. la tonaca vascolare
  3. la tonaca nervosa

La tonaca fibrosa dell’occhio

Ha funzione di

  1. ancoraggio dei muscoli estrinseci dell’occhio
  2. messa a fuoco delle immagini (cristallino)
  3. sostegno meccanico e di protezione

La tonaca fibrosa è la tonaca che compone il bulbo oculare, è la tonaca più esterna. La t. fibrosa si compone di due porzioni: la cornea, la sfera.
La sfera è di colorazione bianca, in diretta continuazione con la cornea.

La sclera è la porzione dell’occhio bianca visibile, che ricopre tutta la superficie oculare tranne pupilla e iride.

E’ costituita da tessuto connettivo di tipo denso con fibre collagene ed elastiche. E’ proprio la sclera che, attraverso le sue fibre elastiche, fornisce il punto di inserzione dei muscoli estrinseci dell’occhio (muscoli responsabili dei movimenti oculari).

La cornea è in diretta continuazione con la sclera, è composta da un tessuto epiteliale, quindi non è tessuto connettivo.
L’epitelio che ricopre la faccia anteriore della cornea viene definito epitelio corneale, si tratta di epitelio pavimentoso stratificato.
La faccia posteriore della cornea è costituita di epitelio pavimentoso semplice.

La cornea è trasparente, le cellule dell’epitelio sono cellule non pigmentate. Non è pigmentato perchè attraverso la cornea deve passare la luce. La luce deve giungere ai recettori sensoriali e quindi la cornea deve essere trasparente. La cornea ricopre iride e pupilla.

Il punto in cui la sclera prende contatto con la cornea si chiama limbo.

La tonaca fibrosa del bulbo oculare si avvicina, come funzione di protezione, alla capsula fibrosa degli organi pieni (surrene, rene, fegato).

La tonaca vascolare dell’occhio

La tonaca vascolare dell’occhio è definita anche UVEA ed è composta da:

  • iride
  • corpo ciliare
  • coroide

Le funzioni della tonaca vascolare sono:

  • supporto trofico
  • regolazione della quantità di luce in entrata attraverso i muscoli involontari liscio della pupilla
  • produzione dell’umor acqueo che è prodotto e drenato dall’ultima parte del corpo ciliare
  • controlla i movimenti del cristallino grazie alla presenza del muscolo ciliare, ancorato ai legamenti che controllano il cristallino. I movimenti del cristallino sono coadiuvati anche dai muscoli estrinseci dell’occhio

Analizziamole una ad una.

L’iride composizione e funzioni per comprendere come funziona l’occhio e la vista

L’iride è una struttura particolare, è formata da due strati di muscolatura liscia e da cellule pigmentate.

Le cellule pigmentate sono responsabili del colore degli occhi. Il colore dell’iride può variare dall’azzurro, al grigio, oppure avere varie sfumature di verde, varie sfumature di marrone fino al nero. Il colore degli occhi è un carattere trasmissibile su base genetica.

L’iride, abbiamo detto, è formata da due strati di muscolatura liscia denominati muscolo sfintere della pupilla, muscolo dilatatore della pupilla.

Il muscolo sfintere della pupilla

Il muscolo sfintere è composto da fibrocellule muscolari disposte in modo circolare. Quando le cellule si contraggono si riduce il diametro della pupilla. L’effetto della riduzione del diametro della pupilla è mediato dal sistema nervoso autonomo, precisamente da fibre simpatiche. L’effetto della riduzione del diametro della pupilla è conosciuto come miosi.

La miosi permette una riduzione di quantità di luce in ingresso. Quando siamo in un ambiente molto luminoso la dimensione della pupilla diminuisce.

Il muscolo dilatatore della pupilla

Il muscolo dilatatore della pupilla ha fibrocellule disposte in modo longitudinale. Quando le fibrocellule si contraggono la pupilla si dilata aumentando il suo diametro. Questa azione è controllata dal sistema nervoso simpatico. Lo slargamento del diametro pupillare viene denominato midriasi. La midriasi avviene quando l’illuminazione è molto bassa.

In alcune visite oculistiche ti viene somministrata l’atropina. L’atropina permette la dilatazione del diametro pupillare e, quindi, la migliore osservazione del fondo dell’occhio. L’atropina agisce sulle fibre del sistema parasimpatico blocca i recettori per l’acetilcolina. Quando il muscolo dilatatore è contratto, il muscolo sfintere è rilasciato e viceversa.

Miosi e midriasi sono anche mediati da sostanze stupefacente, per fare alcuni esempi, l’eroina media la miosi, farmaci ansiolitici e antidepressivi mediano midriasi.

L’iride contiene anche un elevato numero di vasi sanguigni che sono tenuti a portare nutrimento alle cellule che la compongono.

Il corpo ciliare

Il corpo ciliare è in continuità con l’iride, prende contatto con i legamenti che arrivano al cristallino.

E’ costituito da:

  • un piccolo muscolo (muscolo ciliare) che si estende fino ad una zona definita ora serrata
  • ora serrata è il punto in cui inizia la tonaca nervosa ed è il punto in cui il muscolo ciliare entra in contatto con la tonaca nervosa

La coroide

Si tratta di un fittissimo reticolo di capillare che porta nutrimento, in particolare glucosio e ossigeno, alla parte più esterna della tonaca nervosa, ovvero porta nutrimento alla retina.  La parte più esterna della tonaca nervosa è definita retina, ed è a stretto contatto con la coroide.

La tonaca nervosa dell’occhio

La tonaca nervosa contiene i recettori sensoriali che trasformano il segnale luminoso in un segnale elettrico. Il segnale elettrico viene portato a livello del sistema nervoso centrale, qui il segnale è rielaborato e viene creata l’immagine visiva.

La tonaca nervosa è la parte più interna dell’occhio costituita, a sua volta, da due porzioni:

  • epitelio pigmentato
  • retina

Epitelio pigmentato

E’ formato da cellule epiteliali. E’ la parte della tonaca nervosa che prende contatto diretto con la coroide. L’epitelio pigmentato ha il compito di assorbire la luce in eccesso. La luce che arriva ai fotorecettori è assorbita dai fotorecettori, ma la luce in eccesso non deve tornare indietro ed è quindi assorbita dall’epitelio pigmentato.

Già dal nome di questo epitelio, si può comprendere che contiene pigmenti. I pigmenti servono ad assorbire la luce in eccesso.

L’epitelio pigmentato si trova a stretto contatto con i fotorecettori, le cellule sensoriali che captano la luce. Fotorecettori e cellule epiteliali sono in stretto rapporto anatomico, ma sono anche in stretto rapporto funzionale. A livello dell’epitelio, infatti. avvengono reazioni metaboliche che sono indispensabili al corretto funzionamento dei recettori.

L’epitelio pigmentato ricopre tutta la retina e si trova anche a livello dell’iride e del corpo ciliare. Al di sotto dell’epitelio pigmentato si trova la retina. La retina termina nel punto definito ora serrata, non giunge a livello del corpo ciliare e dell’iride.

La retina il tessuto nervoso dell’occhio

La retina è il tessuto nervoso vero e proprio, è costituita da diversi strati di neuroni. A livello della retina si riconoscono strati alternati di corpi cellulari dei neuroni e strato di connessioni sinaptiche (si veda l’immagine della slide).

Fig retine.png
Di Santiago Ramón y Cajal (1852—1934) – Santiago Ramón y Cajal, Histologie Du Système Nerveux de l’Homme et Des Vertébrés, Maloine, Paris, 1911, Pubblico dominio, Collegamento

Il primo strato a destra corrisponde alle cellule pigmentate dell’epitelio.
La zona OS e IS corrisponde al segmento esterno e al segmento interno del fotorecettori.

Lo strato sottostante ONL è formato dai corpi cellulari dei fotorecettori.

Lo strato successivo OPL è formato dagli assoni dei fotorecettori (con il proprio terminale assonico) e dai dendriti dei neuroni bipolari (chiamati anche neuroni di secondo ordine).

Lo strato OPL è il punto in cui i fotorecettori emettono il loro assone ed è anche il punto in cui si formano le sinapsi con i neuroni di secondo ordine.
Il segnale elettrico trasmesso dalla luce viene inviato dai fotorecettori ai neuroni di secondo ordine proprio nello strato OPL.

Nel INL sono localizzati i corpi cellulari dei neuroni bipolari, neuroni che raccolgono il segnale elettrico dai fotorecettori per amplificarlo.

I neuroni bipolari, dopo aver amplificato il segnale elettrico lo trasmettono ai neuroni gangliari (o cellule gangliari). I corpi cellulari dei neuroni bipolari sono nello strato indicato come INL.
Qui sono presenti due ulteriori tipi di cellule nervose: le cellule orizzontali e le cellule amacrine. Le cellule orizzontali e le cellule amacrine sono interneuroni, non sono cellule bipolari. Te ne parlerò di nuovo a fine paragrafo.

Gli assoni dei neuroni bipolare e i dendriti delle cellule gangliari sono nello strato IPL.

Lo strato che contiene i corpi delle cellule gangliari sono nello strato nominato GCs.

Le cellule gangliari sono i neuroni responsabili di portare il messaggio a livello del sistema nervoso centrale. L’unione di tutti gli assoni di tutte le cellule gangliari formano il nervo ottico.

La stessa stratificazione è visibile in quest’altra immagine partendo dall’alto verso il basso.

Gray881.png
Di Henry Vandyke Carter medico, anatomista e illustratore inglese
Pubblico dominio, Collegamento

La luce, arrivo della luce ai fotorecettori

Questi sono i neuroni che compongono gli strati della retina. Ricordi che a livello dello strato nucleare interno INL, oltre ai corpi cellulari delle cellule bipolari. sono presenti due ulteriori tipi di cellule nervose?

Si tratta delle cellule orizzontali e le cellule amacrine che  sono interneuroni (non sono cellule bipolari). Si tratta di cellule che regolano il flusso del segnale elettrico in arrivo. Forniscono un controllo a feedback sulle cellule bipolari e sui fotorecettori.

La tonaca nervosa è l’ultimo strato che forma la struttura dell’occhio. I fotorecettori, come puoi notare nel disegno, sono a contatto con la tonaca vascolare e, quindi, sono le cellule più lontane dal punto d’ingresso della luce. Lo strato in cui si trovano i fotorecettori viene definito strato esterno intendendo che i fotorecettori guardano verso l’esterno dell’occhio.

La luce entra dalla pupilla, percorre tutto lo strato della tonaca nervosa fino ad arrivare ai fotorecettori (arriva ai segmenti esterni dei bastoncelli e dei coni). I fotorecettori catturano la luce. Attaccato ai fotorecettori è indispensabile che ci sia l’epitelio pigmentato. Ti ricordi a cosa serve l’epitelio pigmentato? Occorre ad assorbire la luce in eccesso, ovvero la luce non assorbita dai fotorecettori. Se la luce in eccesso non fosse riassorbita dall’epitelio pigmentato, tornerebbe indietro andando a distruggere le strutture dell’occhio.

 

Anatomia dei fotorecettori

I fotorecettori sono le cellule sensoriali che devono trasdurre il segnale luminoso in un segnale elettrico. Questo processo fisiologico viene definito fototrasduzione.

I fotorecettori sono di due tipi: bastoncelli e coni.

Dal punto di vista anatomico hanno le stesse strutture, ma cambiano morfologicamente ed hanno funzioni diverse che analizziamo nei prossimi paragrafi.

I fotorecettori, anatomicamente, si compongono di

  • segmento esterno (è questo il segmento che distingue il cono dal bastoncello)
  • segmento interno
  • nucleo
  • assone con la terminazione sinaptica

Il segmento esterno dei fotorecettori

I fotorecettori sono costituiti da segmento esterno, ed è questo segmento che da il nome ai fotorecettori. I bastoncelli hanno un segmento esterno a forma di bastone, mentre i fotorecettori coni hanno un segmento esterno a forma di cono.

La prima differenza tra i recettori cono e i recettori bastoncelli è la struttura dei dischi membranosi

A livello del segmento esterno sia di fotorecettori coni che dei fotorecettori bastoncelli sono presenti dei dischi membranosi. I dischi membranosi sono estroflessione della membrana cellulare.
Nel caso del bastoncello, i dischi membranosi sono in continuità con i due lati della membrana. Nel caso del cono, i dischi membranosi sono ancorati sono da un lato della membrana.

La seconda differenza tra fotorecettori a bastoncello e fotorecettori a cono

Nei bastoncelli, a livello dei dischi, sono presenti molecole che verranno attivate dalla luce che prendono il nome di rodopsina. La rodopsina è la molecola che risponde alla luce, è il fotopigmento dei bastoncelli. Tutti i bastoncelli contengono lo stesso fotopigmento rodopsina.

Nei coni, a livello dei dischi, sono presenti 3 tipi di fotopigmenti cone-opsine che si differenziano in s, m e l cone-opsine.
Le lettere S, m, l indicano quale lunghezza d’onda, ogni pigmento cone-opsine riesce a captare.

S sta per short, la cone-opsina S riesce ad intercettare la luce a bassa lunghezza d’onda, le ultraviolette, quindi i colori che vanno dal blue al verde.

La cone-opsina m (m = medium) riesce a captare la luce a media lunghezza d’onda, capta i colori dello spettro visibile (tutti i colori visibili dall’occhio umano) che cadono tra il rosso e il violetto e sono ben rappresentati dall’arcobaleno.

L sta per long, quindi la cone-opsina long capta le onde lunghe, le frequenze che vanno nell’infrarosso.

La differenza sostanziale tra i bastoncelli e i coni sta nel tipo di mediazione luminosa. 

I bastoncelli mediano la visione a bassa intensità luminosa che prende il nome di visione scotopica. I fotorecettori bastoncelli non sono in grado di discriminare i colori, ma sono molto sensibili alle basse intensità luminose.
I bastoncelli sono attivati di notte, proprio perchè sono molto sensibili e captano intensità luminose molto basse. I bastoncelli nell’uomo sono circa 100 000 000.

I coni mediano la visione ad alta intensità luminosa che prende il nome di
fotopica. Sono fotorecettori meno sensibili ed entrano in gioco nella luce diurna o con forti luci artificiali. I coni avendo tre tipi di opsina ci permettono di discriminare i colori, permettono all’uomo di avere quella che viene definita visione tricromatica. I coni nell’uomo sono circa 6 000 000.

All’interno della retina c’è una zona definita fovea, in questo punto preciso si concentra l’ingresso della luce. Nella fovea è presente il numero massimo di coni e non esistono bastoncelli. In questo punto l’intensità luminosa è altissima e permette l’attivazione dei fotorecettori coni, che come ti ho spiegato, necessitano di alta intensità luminosa.

Anatomia dei recettori il segmento interno, il nucleo e l’assone

I fotorecettori sono composti dal segmento interno dove si trova un’alta quantità di mitocondri. I mitocondri forniscono ATP ai fotorecettori.

I fotorecettori sono le cellule sensoriali che devono trasdurre il segnale luminoso in un segnale elettrico. Questo processo fisiologico viene definito fototrasduzione necessita di moltissima energia che viene fornita dai mitocondri.

Il nucleo e l’assone con la terminazione sinaptica che rilascia glutammato.

Il nervo ottico

Analizzando gli strati retinici abbiamo parlato delle cellule gangliari.

I dendriti delle cellule gangliari si trovano nello strato IPL, mentre i corpi delle cellule gangliari si trovano nello strato nominato GCs.

Le cellule gangliari sono i neuroni responsabili di portare il messaggio a livello del sistema nervoso centrale. L’unione di tutti gli assoni di tutte le cellule gangliari formano il nervo ottico.

Il nervo ottico compie un percorso abbastanza lungo per arrivare alla corteccia visiva. Prima di giungere alla corteccia visiva vi è una stazione intermedia definita chiasma ottico.

Al chiasmo ottico arrivano le fibre nervose sia dell’occhio destro che dell’occhio sinistro, qui le fibre ottiche procedono con una parziale decussazione (si incrociano e si dividono). Le fibre arrivano poi nella corteccia visiva (situata nel lobo occipitale). La corteccia visiva è il punto in cui l’informazione proveniente dal nervo ottico (assoni delle cellule gangliari) viene trasformata in immagine visiva.

Le vie visive

Le vie visive sono composte dalle seguenti strutture:

  • Nervo ottico
  • Chiasmo ottico
  • Tratto ottico
  • Nucleo (o corpo) genicolato laterale
  • Radiazioni ottiche di Gratiolet (fibre di proiezione)

Esistono due derivazioni del nervo ottico: una porzione che arriva dalla parte temporale (ovvero visualizza verso l’esterno della nostra testa) una porzione che giunge dalla parte nasale (ovvero è la parte dell’occhio che guarda il bordo del naso). Esistono sia per l’occhio sinistro che per l’occhio destro.

Le due porzioni sono l’unione degli assoni che sono nella porzione temporale e nella porzione nasale. Confluiscono a livello del nervo ottico e seguono un percorso parallelo fino al chiasma ottico (localizzata a livello del diencefalo). A livello del diencefalo avviene la decussazione delle vie ottiche.

Per ogni occhio (destro e sinistro), la porzione temporale del nervo ottico continua il suo percorso verso il nucleo genicolato omolaterale. Parte del nervo otico dell’occhio sinistro effettua il suo percorso verso il nucleo genicolato di sinistra e parte del nervo ottico di destra effettua il suo percorso verso il nucleo genicolato di destra.

La porzione nasale del nervo ottico di destra e del nervo ottico di sinistra  cambiano direzione. Le due porzioni nasali si incrociano a livello del chiasma ottico. La porzione nasale del nervo ottico di sinistra va verso il nucleo genicolato di destra, mentre la porzione nasale del nervo ottico di destra va verso il nucleo genicolato di sinistra.

La parte temporale del nervo ottico mantiene la stessa direzionalità, ovvero una direzione omolaterale (omolaterale: destra/destra sinistra/sinistra).  La parte nasale del nervo ottico cambia direzionalità, quindi ha direzione controlaterale (controlaterale: destra / sinistra sinistra destra).

Questo tipo di decorrenza delle fibre nervose (assoni delle cellule gangliari) permette che ciò che vede l’occhio sinistro e ciò che vede l’occhio destro venga elaborato come un’unica immagine. Alla corteccia visiva primaria arrivano sia le informazioni provenienti dall’occhio di destra che dall’occhio di sinistra. L’elaborazione di un’immagine unica avviene tramite l’elaborazione delle due informazioni visive.

La via seguita dal segnale visivo in breve

  • Arriva il segnale luminoso ai fotorecettori.
  • I fotorecettori effettuano la trasduzione del segnale luminoso in segnale elettrico.
  • Il segnale elettrico viene amplificato dalle cellule bipolari.
  • Il segnale amplificato viene passato alle cellule gangliari.
  • Le cellule gangliari con i loro assoni formano il nervo ottico, formano le vie visive.
  • Il nervo ottico fuoriesce dall’occhio. Arriva al chiasma ottico dive si ha la decussazione di una parte delle vie visive.
  • Una parte dell’informazione viene portata al nucleo genicolato omolaterale e una parte al nucleo genicolato controlaterale.
  • Le due informazioni vengono elaborate a livello della corteccia visiva primaria situata nel lobo occipitale. Questo processo fornisce una immagine composita.