Olio essenziale di pino proprietà – scopriamo gli usi in farmacia dell’essenza di pino e di altre droghe del pino silvestre.

Incontro botanico “a tu per tu” con il Pino silvestre da cui si ricava l’olio essenziale di pino

Il pino silvestre fa parte delle gimnosperme. Le gimnosperme si caratterizzano per avere “semi nudi”, ovvero non racchiusi in ovario. Nelle gimnosperme i semi si trovano aggregati in strutture definite coni o strobili. Quando i coni (strobili) si aprono liberano i semi.

Il pino Silvestre fa parte della famiglia delle Pinaceae, ordine Pinales. Si tratta di piante largamente utilizzate in ambito farmaceutico, parafarmaceutico, in erboristeria, in profumeria e nell’industria alimentare.

La famiglia delle pinaceae è caratterizzata da piante soprattutto monoiche, con rami macroblasti e brachiblasti.

Le pinaceae sono alberi, quasi tutte le piante di questa famiglia sono sempreverdi.

Le piante da cui viene estratto l’olio essenziale di pino, sono caratterizzate dalla loro specializzazione nell’affrontare situazioni estreme, ovvero scarsa quantità di acqua. Per affrontare la scarsità di acqua le piante appartenenti alla famiglia delle Pinaceae hanno organizzato strutture particolari, ne è un esempio la foglia aciculare.

Il pino silvestre e la sua foglia aciculare.

La foglia aciculare è specializzata nel limitare la traspirazione, la morfologia di questa foglia ha un’alta capacità di ridurre perdita di acqua. Si tratta di foglie rigide, acuminate con margine ristretto. La cuticola è molto spessa rivestita di cere, l’epidermide ha cellule molto appressate. Gli stomi (sono presenti perchè si tratta di foglie fotosensibilizzanti), ma sono stomi protetti in cripte stomatiche, la nervature è una sola centrale (foglia uninervia) con fasci cribro legnosi collaterali di tipo aperto (per tipo aperto si intende che floema e xilema non sono separati dal cambio).

Le foglie delle Pinaceae sono aciculari o lineari. Le foglie sono fotosensibilizzanti ovvero prendono parte all’importante processo della fotosintesi. La disposizione delle foglie è spiralata.

La famiglia a cui appartiene il pino silvestre comprende alberi che hanno un solo tipo di rami, i macroblasti, e alberi che hanno sia macroblasti che brachiblasti.

I macroblasti hanno foglie squamiformi, i brachiblasti foglie appaiate fotosensibilizzanti. I brachiblasti sono rami molto corti nelle pinaceae.
I coni femminili sono provvisti di brattee e squame sempre separate tra loro.

Pino silvestre erboristeria farmaceutica

I tipi di legno dei pini

L’accrescimento secondario del legno ha una funzione di sostegno e di conduzione al tempo stesso. Si tratta di tessuti ricchi di fibrotracheidi, hanno punteggiature areolate che garantiscono il sistema di comunicazione tra le cellule con passaggio di acqua e soluti. Si tratta di un’acqua scarsamente trasportata dai legni delle Pinaceae. Alle foglie arriva poca acqua. La struttura del legno è particolarmente omogenea e per questo viene definito legno omoxilo.

L’apparato riproduttivo del Pino Silvestre

L’apparato riproduttivo, abbiamo già anticipato, che comprende i coni definiti anche strobili. Si differenziano in strobili maschili con struttura spiralizzata, parte che porta la sacca pollinica (generalmente portano microsporofilli con struttura spiralizzata ) e strobili femminili caratterizzati da squame ovulifere e brattee. Le squame si aprono per permettere la fuoriuscita dei semi. Lo strobilo o cono viene popolarmente chiamato pigna.

Pino proprietà farmaceutiche parafarmaceutiche erboristiche

Le specie di pino interessanti in campo farmaceutico ed erboristico sono molte:

  • Pino silvestris
  • Pino mugo
  • Pino pinaster
  • Pinus pinea (pino da pinoli)
  • Pinus cembra
  • Pinus nigra

Analizziamo i tipi di materie prime ad uso farmaceutico ed erboristico ottenute dai pini.

Oleoresina di Pino proprietà – usi farmaceutici e non

Da numerose specie di pino si ottiene l’oleoresina. L’oleoresina è contenuta nei canali secretori.

Il processo mediante il quale viene ottenuta l’oleoresina è definito resinazione.

Semplificando molto il processo, possiamo dire che la resinazione consiste nell’eliminare piccole scorze di superfici del tronco tramite incisione. Dalle incisioni sgorga la resina. Si tratta di un liquido molto denso di colore biondo pallido, trasparente, che viene raccolto in recipienti. La resina quando viene
lasciata riposare, si divide in due frazioni definite:

  • frazione superiore liquida ( colore trasparente/ambrato)
  • frazione inferiore resinosa ( colore bianco/giallastro)

Ottenuta l’oleoresina si passa all’idro-distillazione e si ottiene l’essenza di trementina. Spesso l’essenza di trementina è un sottoprodotto dell’industria del legno o dell’industria cartaria (viene estratta tramite solventi organici da fusti abbattuti).

L’essenza di trementina ha una composizione molto variabile a seconda della specie di Pino utilizzata, dell’area geografica del metodo di produzione utilizzato. L’essenza di trementina non è idrosolubile, è solubile in etere, alcol, cloroformio.
Ha un sapore molto acre ed un odore forte.

L’uso dell’oleoresina in campo farmaceutico è stato pressoché abbandonato. L’oleoresina è utilizzata come espettorante e come rubefacente (richiama il sangue negli strati più superficiali della pelle). L’oleoresina ,oggi, trova impiego soprattutto nella produzione di inchiostri vernici e ceralacche.

Dalla corteccia del Pinus pinaster si ottiene un’altra sostanza molto importante Pycnogenolo, si tratta di un importante antiossidante idrosolubile.

Droghe vegetali fresche

Anche le gemme del pino hanno un ruolo importante in molti preparati omeopatici, I preparati a base di gemme di pino possono essere utilizzate per contrastare i dolori reumatici, infiammazioni delle vie respiratorie, eczemi e altre affezioni della cute.

Olio essenziale di pino silvestris e p. mugo o essenza di pino

Da varie specie di pino, per idrodistillazione delle foglie fresche e gemme, si ricava l’ olio essenziale molto usato in erboristeria ed in farmacia. L’essenza di pino ha un caratteristico odore legato al composto monoterpenico, in particolare l’acetato di bornile. Da inserire nella classe dei Terpeni.

L’olio essenziale di Pino (Pino sylvestris e mugo hanno oli essenziali molto simili nella loro composizione)  è noto per le sue proprietà balsamiche ed espettoranti.

La droga è costituita dalle gemme apicali, un gruppo di 3-5 gemme coniche, che circondano una gemma centrale più lunga e voluminosa. Le gemme sono rivestite da numerose perule di colore da bruno chiaro a bruno-rossastro. L’odore e il sapore sono aromatici e resinosi. Le gemme hanno funzione balsamica ed espettorante e vengono usate nelle affezioni delle vie respiratorie per
inalazioni oppure sotto forma di sciroppo, infuso o pastiglie.

Controindicazioni dell’olio essenziale di Pino

E’ controindicato l’uso dell’olio essenziale di pino in gravidanza.
Dosi elevate irritano le mucose.
Può essere sensibilizzante sulla cute dando origine a reazioni allergiche se usato in modo improprio o in soggetti particolarmente sensibili.

E’ importante consultare l’erborista prima del suo utilizzo, così da ottenere informazioni dettagliate in base alle proprie necessità.

Il catrame vegetale e le sue proprietà farmaceutiche

Dalla distillazione secca del legno di varie specie di pino, si ottiene il catrame vegetale. Si tratta di una materia prima farmaceutica di colore bruno nerastro, semifluido, dall’odore forte e persistente. Il catrame vegetale è solubile in alcol ed
olio. A livello farmaceutico è utilizzato in pastiglie come antisettico, anticatarrale, per contrastare bronchiti e cistiti.

Il catrame vegetale viene impiegato anche ad uso esterno contro psoriasi ed eczemi ed in campo veterinario.