Psillo proprietà erboristiche e farmaceutiche.
Il nome scientifico dello Psillo è Plantago psillum e fa parte della famiglia delle Plantaginaceae ordine Plantaginales.
E’ una pianta erbacea annuale, cresce lungo coste sabbiose, è tipica del mediterraneo.
Botanica farmaceutica per comprendere le proprietà del Psillo Plantago psillum o Plantago afra – famiglia delle Plantaginaceae
Le foglie di Psillo, nome scientifico Plantago psillum o afra sono sessili ovvero prive di picciolo. Sono foglie molto strette e sottili con margine acuto quelle dello Psillo. Hanno la caratteristica di porsi spesso a rosetta sulla base del fusto, e via via salendo verso la sezione apicale (parte più alta) del fusto di inserirsi – senza picciolo – opposte o verticillate.
Lo Psillo – Plantago psillum – si caratterizza per i suoi fiori molto piccoli.
Lo Psillo è caratterizzato dall’avere fiori attinomorfi. Cosa significa attinomorfi? Stiamo parlando della simmetria dei fiori. Fiore attinomorfo è sinonimo di fiore a simmetria raggiata, quindi regolare, ovvero sono fiori in cui i petali seguono una simmetria a raggera. L’insieme dei petali (corolla) è simmetrica rispetto ad un punto centrale da dove passano i diversi piani di simmetria.
Sicuramente un disegno spiega meglio.
I fiori si riuniscono in infiorescenze a spighe sottili con brattee brevi.
Per comodità ti ricordo cosa sono le brattee: si tratta di foglie modificate, spesso le trovi sulle piante al di sotto dei fiori o delle infiorescenze. Le brattee, come foglie modificate, possono avere diverse funzioni: possono proteggere un organo della pianta, o richiamare l’attenzione di animali, essere utili alla disseminazione, o ancora possono avere funzione nettarifera e producono nettare.
I fiori dello Psillo sono ermafroditi.
Caratteristiche dell’apparato sessuale femminile e maschile dello Psillo Plantago psillum nel dettaglio
Se ti interessa andare più a fondo e conoscere più da vicino il fiore del Plantago psillum, ti spiego nel dettaglio come si sviluppa l’androceo di questo fiore.
L’androceo è la parte sessuale maschile del fiore e si costituisce di stami. Gli stami sono formati anche da un filamento che nel caso dello Psillo si inserisce nella corolla. Lo stame di ogni fiore è costituito dal filamento e dall’antera che custodisce le sacche polliniche.
Passiamo ora al gineceo dello Psillo, ovvero all’apparato sessuale femminile del fiore, formato da più foglie modificate che vengono definite carpelli. Il gineceo del Plantago psillum ha due carpelli (bicarpellare) che racchiudono l’ovario. In botanica l’ovario prende nomi diversi in base alla sua posizione (influenzata dalla forma del ricettacolo), nel caso dello Psillo si dice che è sincarpico o supero. Ovvero il ricettacolo ha forma convessa e quindi l’ovario appare inserito sopra i piani di inserimento a cui sono inseriti gli altri elementi fiorali detti anche verticilli.
Anche questa volta un disegno può aiutarci a comprendere.
Caratteristiche del frutto dello Psillo
Il frutto del Plantago psillum, chiamato Psillo, è una capsula circumscissa che contiene 2 semi. I semi dello Psillo hanno una forma ovoide e sono appiattiti, sono attraversati da un lieve avvallamento tipico perché al centro presenta una macchia più chiara del resto del seme. Il colore del seme è marrone bruno.
La capsula circumscissa è un frutto deiscente. Essere un frutto deiscente significa avere la capacità – a maturità – di lasciare cadere i semi liberi dal frutto.
Ti ho spiegato che la pisside – capsula circumscissa del Plantago psillum, ha la capacità di aprirsi per liberare i semi. Ma come riesce ad aprirsi?
Si apre grazie ad una fessura trasversale. Tenendo a mente la linea di questa fessura, la parte superiore della capsula circumscissa viene chiamata opercolo, la parte inferiore viene nominata urna.
Simile al Plantago psillum per utilizzi erboristici e farmaceutici troviamo il Plantago ovata dal nome comune ispaghul.
Lo Psillo ha proprietà in erboristeria e in farmacia – vediamo quali sono i principi attivi e i loro usi
La droga delle Psillo Plantago psillum sono i semi. E’ una pianta tutt’ora molto utilizzata in erboristeria e farmacia, inserita nella Farmacopea Europea.
I semi contengono circa il 10% di mucillagini, che sono le sostanze estratte maggiormente dallo Psillo. Interagendo con l’acqua producono D-xilosio. Il marker principale è costituito dal glicoside acubina.
Ma cosa è un glicoside? I metaboliti secondari delle piante possono essere caratterizzati dalla presenza di sostanze zuccherine inserite nella loro struttura. Se ci sono unità zuccherine attaccate ai metaboliti secondari si parla di glicone. In generale questi metaboliti vengono detti metaboliti glicosidici, glucosidici o eterosidici in base al tipo di zucchero (nel caso del glucoside – ad esempio – parliamo dell’unità zuccherina di glucosio).
Oltre alle mucillagini i semi contengono varie macromolecole biologiche: lipidi (acidi grassi), proteine, alcoloidi, un iridoide.
Altri costituenti sono polifenoli, polisaccaridi, vitamina C, silice, potassio e zinco.
Per cosa viene utilizzato lo Psillo in erboristeria e in farmacia
Lo Psillo, nome scientifico Plantago psillum, è utilizzato come “lassativo meccanico”.
Come può, una parte di pianta, essere utilizzata come lassativo meccanico?
Le mucillagini reagiscono con le molecole di acqua. Questa reazione genera, forma un gel voluminoso nei tratti del colon, gel in grado di aiutare l’eliminazione delle feci.
Le mucillagini hanno proprietà antinfiammatorie e sono lenitive delle mucose. I preparati a base di Psillo sono indicati in caso di colite e colon irritabile.
Le mucillagini sono anche in grado di legare il colesterolo, questo permette all’intestino di assorbirne meno. Si ha pertanto, un leggero effetto di abbassamento dei livelli di colesterolo nel sangue (lo Psillo ha un effetto ipocolesterolemizzante). Lo Psillo viene utilizzato nella lotta alla iperglicemia.
Le mucillagini sono anche un rimedio – ad uso esterno – per ustioni leggere e punture di insetti.
colesterolo riducendone l’assorbimento intestinale.
Se utilizzato correttamente e professionalmente, la tossicità è praticamente assente.